Un medico israeliano ha contribuito a “salvare la
vita” ad Abu Mazen. Nel maggio del 2018, il presidente palestinese (83
anni) venne ricoverato, per la seconda
volta in 24 ore, in ospedale a Ramallah per una grave polmonite che allarmò i
sanitari, vista l’età del paziente e la sua forte dipendenza dal fumo. Furono
molte, allora, le voci incontrollate sui
media e sui social su un imminente pericolo di vita. Secondo il quotidiano Yediot
Ahronot, anche Israele si allarmò e propose che Abu Mazen fosse ricoverato
d’urgenza in un ospedale israeliano per
cure più avanzate. La dirigenza palestinese – ha proseguito il giornale –
rifiutò cortesemente, nel timore “che la mossa avrebbe incontrato forti
critiche dall’opinione pubblica” interna. Ma gli israeliani insistettero e
fu concordato “l’invio di uno specialista a Ramallah, che ntrò nell’equipe dei medici stranieri”
sul posto. “Dopo due giorni di cure
intense – ha concluso il giornale – Abu Mazen migliorò e una settimana dopo fu
dimesso”.