Cinque persone in attesa di trapianto hanno ricevuto gli organi donati dalla famiglia di Lea Lucy Dee. Tre giorni
dopo il mortale attentato palestinese in Cisgiordania, poco dopo i funerali
delle due sorelle Maya (20) e Rina (16), uccise sul colpo, anche la loro madre,
Lea Lucy Dee (48 anni), è morta in ospedale a Gerusalemme, per le gravi ferite
riportate. Lunedì pomeriggio l’Hadassah-University Medical Center ha comunicato
che la donna, come le sue figlie un’israeliana britannica, era stata evacuata
in elicottero a Ein Kerem in “condizioni critiche” e che i medici “hanno
combattuto per la sua vita, nell’unità traumatologica, in sala operatoria e
nell’unità di terapia intensiva”. Ma nonostante gli sforzi “intensi e
incessanti”, l’équipe ha infine dovuto “determinare la sua morte”.
Il
capofamiglia, il rabbino Leo Dee, dopo aver appena sepolto le figlie e aver
appreso la notizia della moglie, ha voluto rivolgere alcune dichiarazioni alla
stampa. “La mia bellissima moglie, Lucy, ed io abbiamo cercato di crescere
i nostri figli con buoni valori, per fare del bene e portare altro bene nel
mondo”, ha detto lunedì sera, annunciando la decisione di donare gli organi
della donna. E poi ha rivolto un messaggio all’attentatore, che è riuscito a
fuggire dalla scena del crimine e non è ancora stato catturato: “Chiedo
alla persona con il kalashnikov: cosa hai ottenuto? Una vittoria temporanea?
Stai passando del tempo con i tuoi figli per insegnare loro valori di vita
decenti? Hai un futuro? Questo è puro male”. Leo Dee ha poi ripercorso il
momento in cui, venerdì mattina, si è reso conto dell’accaduto, troppo tardi
per intervenire. “Ho chiamato Lucy. Nessuna risposta. Ho chiamato Maya. Nessuna
risposta. Ho chiamato Rina. Nessuna risposta. Poi ho visto una chiamata persa
da Maya alle 10:52. Non me ne ero accorto e non avevo risposto al telefono. La
sensazione che mi abbia chiamato durante l’attacco mi perseguiterà per un po’”.
Sono
pesanti le perdite recenti di vite umane, 19 è il numero delle vittime di
attentati terroristici palestinesi dall’inizio del 2023, per Israele. Il primo
ministro Benjamin Netanyahu ha inviato le sue condoglianze alla famiglia
“a nome di tutti i cittadini di Israele”, così come il presidente Isaac
Herzog.