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    L’impatto della guerra sull’agricoltura e sul commercio al dettaglio israeliano

    La guerra in corso tra Israele e Hamas e le
    crescenti tensioni al confine con il Libano, con Hezbollah che lancia missili
    al nord, hanno messo a dura prova due settori in particolare, quello agricolo e
    quello del commercio al dettaglio, come i supermercati. Arrivati quasi a tre
    mesi dallo scoppio di questo conflitto, il Jerusalem Post ha intervistato
    esperti nel settore per capire l’impatto sull’economia israeliana.

    “I primi impatti sull’agricoltura sono stati la
    perdita dei raccolti a causa di danni fisici ai campi e l’impossibilità degli
    agricoltori di coltivare per motivi di sicurezza”, ha spiegato al quotidiano
    israeliano il Prof. Ayal Kimhi, docente di economia agricola presso
    l’Università Ebraica e lo Istituto Shoresh per la ricerca socioeconomica. Tutto
    ciò ha comportato una sostanziale perdita della produzione agricola, che è
    stata colmata parzialmente dall’aumento delle importazioni.

    Il conflitto ha interrotto le catene di
    approvvigionamento e soprattutto la disponibilità di forza lavoro, in particolare
    dei lavoratori stranieri che, preoccupati per la loro sicurezza, si sono
    ritirati dai campi. “Alcuni lavoratori stranieri sono stati uccisi o rapiti il
    7 ottobre, mentre altri sono semplicemente tornati alle loro case a causa della
    situazione, oppure, come nel caso dei lavoratori palestinesi, hanno il divieto
    di entrare in Israele. Questo ha reso la carenza di manodopera agricola una
    sfida a livello nazionale”, ha sottolineato Kimhi.

    “La perdita della produzione agricola potrebbe
    accompagnarci anche per la prossima stagione, e forse anche più a lungo”, ha
    avvertito Kimhi.

    Nonostante la grande macchina della solidarietà
    israeliana e delle comunità ebraiche della diaspora stiano cercando di limitare
    i danni che la guerra sta causando sul settore primario, durante la Conferenza
    sulla Sicurezza dell’Agricoltura che si è tenuta la settimana scorsa gli
    agricoltori israeliani hanno espresso collettivamente al governo le loro
    preoccupazioni e le frustrazioni a riguardo.

    Un altro grande settore che sta risentendo di tutta
    questa situazione è quello del commercio al dettaglio. In un’intervista con il
    Jerusalem Post, Dani Bezalel, Chief Marketing Officer dei supermercati Keshet
    Teamim, ha riflettuto sull’impatto della guerra sul suo settore. “La
    guerra ci ha costretto a lavorare in condizioni molto difficili, ma stiamo
    dimostrando quanto siamo capaci di superare i momenti difficili” ha detto.

    In un periodo in cui si sta spingendo maggiormente
    sulle importazioni, è importante mantenere un equilibrio tra il sostegno ai
    fornitori locali e la gestione del costo della vita.

    Il potenziale effetto a catena sui prezzi, secondo
    Kimhi, lo si vedrà sul lungo termine. “Non ci sarà un effetto immediato
    sui prezzi, perché i produttori per il momento non vogliono aumentare i prezzi”
    ha spiegato. “Tuttavia, quando per loro non sarà più possibile sostenere
    determinati costi, vedremo i prezzi aumentare in un intervallo più immediato e
    più lungo” ha aggiunto”.

    Queste sfide mostrano come l’impatto della guerra
    contro Hamas abbia molteplici sfaccettature, con ripercussioni anche sulla
    stabilità economica del Paese.

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