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    Israele teme la quarta ondata di Covid-19

    Anche se le autorità sanitarie tendono a tranquillizzare la popolazione, gli ospedali israeliani esprimono la loro preoccupazione per l’aumento dei casi, 300 per il secondo giorno consecutivo, e si preparano ad affrontare un’eventuale quarta ondata.

    Sono molti i ragazzi che in questi giorni si stanno vaccinando per cercare di contenere l’espandersi del virus e di conseguenza un’eventuale mutazione.

    “Le squadre mediche sono esauste, non si sono ancora riprese dalle ondate precedenti e non saranno in grado di sopportarne un’altra”, ha detto mercoledì un funzionario sanitario a Ynet mentre esortava le persone a vaccinarsi.

    Tre le persone ricoverate al Rambam Health Care Campus di Haifa, l’unico ospedale nel nord di Israele che attualmente cura pazienti con coronavirus. Tra questi una giovane donna di 20 anni incinta di due gemelli, ricoverata dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer. Gli altri pazienti sono una donna recentemente tornata da un viaggio all’estero e che si dice sia in condizioni moderate e un uomo di 70 anni in gravi condizioni che soffre di difficoltà respiratorie.

    “Era ovvio per noi che rimuovere l’obbligo della maschera fosse sbagliato” – ha detto un funzionario a Ynet – “La maggior parte degli ospedali ha mantenuto l’obbligo all’interno delle proprie strutture ed ha fatto bene”. 

    Rian Amin è un’infermiera che cura i pazienti affetti da Covid-19 sin dalla prima ondata: “Questo è il momento di ricordare alle persone che la pandemia non è finita e che non dobbiamo abbassare la guardia”.

    Nonostante i medici israeliani siano preparati a curare i pazienti ed abbiano una migliore consapevolezza della malattia il rischio è nelle varianti e nel loro effetto sulla malattia.  

    Il dottor Yoni Shapira del Shamir Medical Center ha affermato che la maggior parte dei nuovi casi sono stati riscontrati tra i bambini e che, per la maggior parte, soffrono di sintomi lievi, ma ha anche avvertito che potrebbero esserci più focolai nelle prossime settimane.

    “Potremmo vedere un aumento dei ricoveri nelle prossime due settimane”, ha detto. “Spero che non ce ne sia bisogno, ma siamo preparati con personale e attrezzature per trattare più pazienti”, ha detto.

    Shapira ha anche avvertito che le squadre mediche potrebbero essere soggette a stress emotivo “Le nostre squadre erano sotto un terribile stress mentale durante l’ultima ondata e sono preoccupate di dover affrontare una situazione simile. Ma ho fiducia che si comporteranno bene”, ha detto.

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