Con l’avvicinarsi della festa Pesach, una delle domande più frequenti riguarda la dimensione dell’uovo, una componente importante del piatto del Seder e metro di misura per la quantità di matzà che bisogna mangiare. Secondo uno studio fatto dal prof. Zohar Amar dell’Università di Bar-Ilan, è emerso che nel periodo del Talmud le uova erano più piccole rispetto a quelle odierne.
Il risultato emerso dallo studio, in lingua ebraica, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Jewish Studies Internet Journal (JSIJ) col titolo “Egg measurement in the light of ancient reality”. Il professor Amar, esperto di flora e fauna antiche, ha esaminato le 15 uova più antiche e ben conservate mai trovate dentro e fuori Israele. Queste sono un reperto archeologico molto raro, infatti, a causa della loro delicatezza e fragilità, le uova sono generalmente difficili da conservare.
Le prime prove esaminate dal professore sono state grandi gusci d’uovo del periodo del Primo Tempio scoperti durante gli scavi della Città di Davide. Per affinare la ricerca sono state studiate anche uova risalenti al periodo romano e al Medioevo. Queste uova, completamente intatte, si sono conservate perché rinvenute in fosse settiche e liquami.
Secondo i risultati dello studio, le uova di gallina sono diventate una parte significativa del paniere alimentare solo durante il periodo ellenistico-romano e le loro dimensioni all’epoca erano diverse rispetto a quanto si pensasse fino ad ora. Inoltre le analisi di Amar delle fonti storiche hanno rivelato che il volume medio delle uova in tutti i periodi era compreso tra 40 e 44 centimetri cubi, inferiore a quello accettato dalla legge ebraica.
Questi dati possono portare quindi a importanti implicazioni halakhiche. Infatti, varie decisioni sono determinate in base alle dimensioni di un uovo e di un’oliva. Se si mangia un pezzo di pane delle dimensioni di un’oliva, si dovrebbero dire le benedizioni dopo i pasti. A Pasqua, si dovrebbe mangiare un minimo di due pezzi di matzà delle dimensioni di un’oliva. Le misure della grandezza di un uovo equivalgono a due olive.
Fino alla metà del XX secolo il volume delle uova è stato relativamente piccolo. La loro taglia e il loro volume sono aumentati solo nelle ultime generazioni, in seguito all’allevamento intensivo delle galline.
“Sembra che abbiano iniziato a ipotizzare le misurazioni del volume basate sulle uova solo quando sono diventate un prodotto relativamente comune nel V periodo romano”, ha affermato Amar. Nell’articolo Amar ha messo a confronto la dimensione effettiva dell’uovo così come ci è nota dalle fonti scritte e con i reperti archeologici di epoche diverse, principalmente dal periodo romano-bizantino, dal Medioevo e il periodo relativo allo sviluppo dell’industria avicola nei tempi moderni.
“Al giorno d’oggi sono accettati diversi metodi di calcolo per la misura delle uova in guscio. Sono cambiati in modo significativo nel corso delle generazioni fino alla metà del XX secolo. Solo da allora si è verificato un certo cambiamento nel loro volume dovuto all’allevamento di razze di polli da uova” ha spiegato.