La seconda ondata di coronavirus che ha colpito Israele ha costretto il governo a riadottare misure restrittive: sinagoghe, bar, club e sale per eventi potranno ospitare al massimo 50 persone, mentre negli altri spazi al chiuso, case comprese, il numero ammesso scendera’ a 20. Quanto ai ristoranti, la decisione e’ stata rinviata di alcuni giorni dal momento che non c’e’ accordo tra il ministero della Salute e quello delle Finanze. “Il virus non se ne e’ andato, e’ ancora qui e colpisce”, ha sottolineato il premier Benjamin Netanyahu, presentando le nuove misure. “Cerchiamo sempre un equilibrio tra il virus e l’economia: la piu’ semplice e’ lasciare le cose come stanno, tutto aperto, tutti soddisfatti ma se lo facciamo, perderemo ben presto il controllo”, ha sottolineato, conscio delle preoccupazioni per le conseguenze economiche di nuove chiusure. “Al ritmo attuale, quelli che sembrano numeri ragionevoli si trasformeranno decine di migliaia di contagi. Non possiamo permettercelo”, ha concluso.
Secondo i dati forniti dal ministero della Salute israeliano, citati dal ‘Jerusalem Post’, ieri sono stati diagnosticati 1.107 contagi da Covid-19 ed altri 76 casi sono stati accertati dopo la mezzanotte. Inoltre si sono contati altri 325 decessi legati al virus. Tra i 9.618 pazienti, circa 70 sono in gravi condizioni. In Israele finora ci sono stati in tutto 27.047 casi di Covid-19 e 324 morti.