Quest’anno in diverse città israeliane in occasione di Yom Hazmaut si è deciso di cancellare gli spettacoli pirotecnici per stare vicino ai veterani affetti da disturbo da stress post-traumatico.
“Per la maggior parte degli israeliani i fuochi d’artificio forse sono una bella immagine nel cielo, ma per gli ex combattenti che soffrono di PTSD è il suono di spari e battaglie”. Queste le parole del ministro della Cultura Chili Tropper per spiegare il motivo della cancellazione dei fuochi d’artificio. Infatti, secondo il ministro, è doveroso rispettare gli ex combattenti e riconoscere la loro lotta contro il disturbo da stress post-traumatico, soprattutto quando il paese celebra il suo Giorno dell’Indipendenza.
“La raffica di fuochi d’artificio è la stessa di una raffica di spari per noi”, ha detto lunedì alla radio dell’esercito israeliano Ehud Amiton, un ex soldato con disturbo da stress post-traumatico che ha lavorato per annullare gli spettacoli pirotecnici. “Non ci opponiamo ai festeggiamenti, ci opponiamo al frastuono”.
La decisione di annullare i fuochi d’artificio in molte città ha ovviamente suscitato anche critiche.
Per stare vicino ai propri veterani, la cerimonia principale di Gerusalemme, che di solito vanta un grandioso finale di fuochi d’artificio, quest’anno ospiterà invece uno spettacolo pirotecnico silenzioso. Anche la città di Tel Aviv, dove i residenti salgono sui tetti per assistere ai giochi pirotecnici, ha deciso di non lanciare i fuochi d’artificio.