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    Israele: le celebrazioni per l’anniversario della riunificazione di Gerusalemme

    Si sono svolte ieri le
    celebrazioni per Yom Yerushalaim, giorno in cui si festeggia l’anniversario
    della riunificazione, avvenuta durante la Guerra dei Sei Giorni, di
    Gerusalemme, facendola ritornare la capitale unica e indivisibile dello Stato
    d’Israele.

    Nonostante le tensioni e le
    minacce di Hamas, il 56esimo anniversario della riunificazione di Gerusalemme è
    stato aperto con la Marcia della Bandiere, manifestazione che ha attraversato
    la Città Vecchia ed è arrivata fino al Muro Occidentale. Per svolgere in piena
    sicurezza il tutto, l’apparato di sicurezza israeliano ha impiegato oltre 3.200
    uomini.

    La sera, invece, nel sito
    commemorativo di Ammunition Hill, che fu teatro di una delle più feroci
    battaglie della Guerra dei Sei Giorni, si è svolta la cerimonia di Stato alla
    presenza del Presidente Isaac Herzog e il primo ministro Benjamin Netanyahu.

    Il presidente Herzog ha ricordato il
    viaggio senza fine della città di Gerusalemme. “Ci ha insegnato come
    società e come Paese che c’è solo un modo per intraprendere questo viaggio:
    insieme”, ha affermato. Ha lanciato inoltre un chiaro messaggio ai leader
    politici sull’attuale polarizzazione della società israeliana, parlando della
    distruzione di Gerusalemme. “L’odio insensato l’ha distrutta – e sottolineo:
    l’odio ingiustificato non è solo una ragione ma una conseguenza di se stesso;
    ci sono fattori che portano ad esso”.

    I testi rabbinici spiegano infatti
    che la distruzione del Secondo Tempio e la dispersione del popolo ebraico
    furono una conseguenza della relazione tossica tra sette ebraiche rivali a
    Gerusalemme. Herzog ha aggiunto inoltre che le storie di odio e distruzione
    nella storia ebraica derivano tutte dall’incapacità “di gestire il disaccordo,
    di risolvere la disputa, di mettere da parte il dibattito interno sulla via
    della pace”. Il popolo ebraico deve imparare da tali lezioni e mettere in
    pratica le proprie scoperte, ha affermato.

    “Nel giorno di Gerusalemme, la
    eleviamo di nuovo al di sopra della nostra più alta gioia. Tuttavia, la verità
    è che la nostra gente ha fatto questo giorno dopo giorno, anno dopo anno, per
    centinaia di anni con la frase: ‘L’anno prossimo a Gerusalemme’”. Così ha
    aperto Netanyahu il suo discorso, nel quale ha ricordato il lungo viaggio che
    ha portato alla riunificazione della capitale il 7 giugno 1967.

    “È diventata una città, una
    gigantesca metropoli in Israele. Stiamo costruendo e permettendo a tutti i suoi
    residenti una vita migliore nella nostra capitale eterna” ha continuato il
    premier israeliano, che ha sottolineato l’importanza nel rendere sicura
    Gerusalemme.

    “Ci impegniamo a salvaguardare la
    sicurezza di Gerusalemme, a garantire la sua prosperità e a continuare il suo
    slancio. Lo stiamo facendo anche contro tutte le minacce intorno a noi. Sebbene
    le minacce non stiano certamente cessando, la nostra capacità di affrontare i
    nostri nemici, respingerli e garantire la sicurezza della nostra capitale e del
    nostro stato è una lotta costante. Insieme possiamo vincere” ha aggiunto.

    “Questo è anche un giorno
    splendido per celebrare il ritorno nella nostra capitale eterna, che è stata la
    nostra capitale per oltre 3000 anni” ha concluso il primo ministro israeliano.

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