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Nell’ultimo periodo le acque costiere israeliane risultano disseminate di munizioni inesplose. Questa situazione ha richiesto la necessità di dar vita a una task force particolare, creata dal Ministero della Difesa, che ha lanciato il suo primo progetto di ricerca subacquea. La location scelta per l’iniziativa è al largo della costa di Rishon Lezion. Il progetto, della durata di due anni, fa parte di un piano più ampio per sgomberare il “Poligono di tiro 24”, un campo di prova militare lungo la costa della città. Una volta completato, la città guadagnerà almeno due chilometri aggiuntivi di accesso alla spiaggia. Il sito, che è stato utilizzato per test militari dal 1953, ospita animali selvatici come gazzelle e tartarughe marine. Secondo i funzionari, il progetto risponde ad una crescente domanda nazionale di infrastrutture subacquee, tra cui impianti di desalinizzazione, cavi in fibra ottica e gasdotti. La rimozione degli ordigni inesplosi è un passo necessario per questo tipo di sviluppi.
“Nessuno, in nessuna parte del mondo, ha mai ripulito un’area sottomarina così vasta con bersagli così piccoli a questa profondità”, ha detto Shachar Beck, capo dell’autorità di smaltimento. “C’è un interesse globale nei confronti del nostro metodo di smaltimento. Gli ordigni inesplosi sono sparsi in varie parti del Mediterraneo e devono essere rimossi. Questa fase iniziale ripulirà una vasta area che potrà diventare una riserva naturale marina unica nel cuore del centro d’Israele. Rishon Lezion è una bellissima città costiera senza una vera e propria spiaggia, ma nei prossimi anni ne avrà finalmente una che servirà l’intera area di Gush Dan”.
I lavori di bonifica richiederanno un’attenta pianificazione ambientale. Harel Ben-Shahar, capo del Distretto Centrale presso l’Autorità Israeliana per la Natura e i Parchi, ha spiegato che il processo avrà inevitabilmente un impatto sulla vita marina. “Negli ultimi anni si è discusso in merito allo sgombero dell’area, con una parte di essa destinata a diventare una riserva naturale – ha detto – È un processo complicato e sappiamo che parti dell’habitat marino saranno colpite. La maggior parte del fondale marino è sabbioso, quindi è probabile che i pesci nuotino via. Ma ci aspettiamo che l’ecosistema si riprenda in tempi relativamente brevi”. Il team di ricerca sta utilizzando una tecnologia avanzata per monitorare il modo in cui gli ordigni inesplosi si muovono sott’acqua. Il dottor Roy Heichel dell’Israel Oceanographic and Limnological Research Institute ha spiegato che le correnti naturali del mare possono spostare le munizioni lungo il fondo del mare. “Il mare è dinamico: sposta la sabbia e può spostare oggetti come ordigni inesplosi – ha detto Heichel – La nostra paura è che più si andrà in profondità, più sarà difficile per le onde spostare le munizioni”.
Per testare la teoria, il team di Heichel ha allestito tre stazioni di monitoraggio a profondità di 5, 10 e 15 metri, dove sono state posizionate munizioni dotate di accelerometri. Questi dispositivi misurano le forze che agiscono sugli oggetti. Il team sta anche monitorando fattori ambientali come l’altezza delle onde, le correnti e la temperatura. “Il nostro obiettivo è capire come si muovono questi oggetti, se vengono sepolti nella sabbia o si spostano lungo il fondo del mare – ha detto Heichel. Una volta mappato questo movimento, chiederemo l’autorizzazione per rimuovere in sicurezza gli ordigni inesplosi”.