La guerra non è più solamente tra Israele e Gaza. Dagli scontri a Gerusalemme, le manifestazioni violente degli arabi israeliani si sono spostate in altre città. Si è aperto un fronte interno. Lod ne è un esempio, ma ce ne sono molte altre. Ultimo: Akko, nel nord del Paese. Nei giorni scorsi alcuni rivoltosi, arabi, hanno attaccato i passanti, ebrei, con sassaiole e bombe molotov. Come se non fosse abbastanza, hanno vandalizzato anche le proprietà ebraiche e dato fuoco ai mezzi della polizia. Un’altra guerra, più piccola, forse più complessa, che porta il problema in casa, nelle strade. Come se i missili da Gaza non bastassero. I disordini ad Akko – patrimonio mondiale dell’umanità secondo l’UNESCO – sono stati terribili. Come Lod, anche in questo caso parliamo di una città multiculturale, dove ebrei e musulmani convivono, forse convivevano, in pace ed in serenità.
Qui, nel XIII secolo, hanno marciato i Cavalieri Templari. Le crociate, dunque. Ora siamo nel XXI secolo e quell’immagine anacronistica di chi uccide – o prova a farlo – per religione è ancora presente. Senza spade, elmi e scudi, ma con lo stesso fervore dell’appello di Clermont: “Liberate Gerusalemme”. Era il 1095.
Nel 2021 Akko è di nuovo al centro di scontri e violenze. Centinaia di arabi hanno marciato per il centro città alla ricerca di una presenza ebraica da attaccare. Ne hanno trovato uno: Elad Barzilai, 37 anni. In condizioni critiche da mercoledì dopo un tentativo di linciaggio.
C’è un edificio nella zona vecchia che porta il nome di “Città di Roma” dal 2009, per ricordare l’attività italiana a San Giovanni d’Acri durante il medioevo. E’ un centro internazionale per la conservazione e per il restauro ed è stato gravemente danneggiato dalle sommosse arabe. Quando la storia rischia di veder perdere i suoi baluardi più importanti, non possono esserci vincitori. “Prendiamo molto seriamente questi incidenti e ci aspettiamo che la polizia israeliana segua una linea dura contro i trasgressori”, ha detto il sindaco di Akko Shimon Lankri in una conferenza stampa.
La storia di Akko ha reso possibile centinaia di gemellaggi con le città europee. Gelsenkirchen, in Germania, è tra queste. Anche lì, però, a distanza di migliaia di chilometri, si sono registrati episodi di antisemitismo. Perché l’odio per il popolo ebraico non ha limiti e non conosce confini.