Con lo scioglimento della Knesset, Israele si avvia verso le quarte elezioni in due anni e muta lo scenario politico. Il leader dei laburisti, Amir Peretz, ha annunciato che lascia la guida del partito: “In questo momento il Labour ha bisogno di un rilancio e deve scegliere un nuovo presidente”, ha sottolineato, difendendo la decisione di entrare nella coalizione di governo con il Likud di Benjamin Netanyahu, nonostante avesse sempre assicurato che non l’avrebbe mai fatto.
Peretz, il parlamentare con la piu’ alta ‘anzianita’ di servizio’, ha anche fatto sapere di aver rinunciato a un posto nella lista di Blu e Bianco ma non ha detto se intende lasciare del tutto la vita politica: sembra che sia intenzionato a correre per la carica di capo di Stato dopo la fine del mandato di Reuven Rivlin la prossima estate. Il partito laburista negli ultimi anni ha avuto un crollo di consensi e alle ultime elezioni e’ riuscito ad assicurarsi una presenza in Parlamento solo alleandosi con Gesher e Meretz (3 seggi in tutto). Secondo i sondaggi, alla nuova tornata elettorale non supererebbe la soglia di sbarramento. Anche gli altri partiti israeliani registrano movimenti: la deputata Sharren Haskel ha annunciato l’addio al Likud per passare a ‘New Hope’ di Gideon Sa’ar, ex alleato di Netanyahu e oggi suo principale sfidante. “Gli eventi degli ultimi giorni hanno provato che questo esecutivo non ha piu’ mandato per governare”, ha spiegato in lacrime, sostenendo di essere stata cresciuta nei valori del Likud ma che il distacco tra questi e il partito e’ diventato negli anni troppo grande.
Tra le recriminazioni avanzate nei confronti del leader Benjamin Netanyahu, Haskel ha puntato il dito contro il mancato ampliamento della sovranita’ sulla Cisgiordania. “Sostituire l’attuale governo e’ necessario e Gideon Sa’ar e’ la persona giusta per essere il prossimo primo ministro” e per costruire una coalizione, ha assicurato. Gli ultimi sondaggi segnalano un rafforzamento dei partiti conservatori a scapito del centro-sinistra: Blu e Bianco di Gantz e’ in caduta libera e conquisterebbe solo 5 seggi (rispetto ai 33 ottenuti alle elezioni di marzo), poco al di sopra della soglia di sbarramento della Knesset. Anche il Likud soffrirebbe una perdita di consensi, ma molto piu’ contenuta, passando da 36 a 28, mentre il nuovo partito di Sa’ar viene dato a 19-20 seggi.