Secondo un rapporto dell’Ufficio Centrale di Statistica, nel 2023 l’immigrazione in Israele ha subito un notevole calo, con una diminuzione del 38,4% rispetto all’anno precedente e l’arrivo di soli 46.033 nuovi immigrati.
Questa flessione è stata principalmente causata dagli attacchi terroristici del 7 ottobre e dalla successiva guerra a Gaza e nel nord di Israele. Tuttavia, i primi mesi del 2024 mostrano segni di ripresa, con un aumento degli arrivi di nuovi immigrati.
La Russia rimane la principale fonte di immigrazione, con 33.116 persone, che rappresentano il 72% del totale degli immigrati. Altri Paesi di rilievo in questo senso sono gli Stati Uniti (2.413 immigrati), l’Ucraina (2.091), la Bielorussia (1.840) e la Francia (1.006).
La maggior parte dei nuovi arrivati proviene dunque dai paesi dell’ex Unione Sovietica, costituendo l’83,6% del totale. Rispetto agli anni precedenti, l’età media degli immigrati è più bassa, con una presenza minore di bambini e anziani e una maggiore percentuale di persone in età lavorativa.
Quasi la metà dei nuovi immigrati si è stabilita nel centro di Israele, in particolare a Tel Aviv. Altre destinazioni popolari includono Haifa, i distretti meridionali e settentrionali e Gerusalemme.
Nonostante dunque il significativo calo dell’immigrazione nel 2023, quest’anno presenta già numerosi segnali di ripresa, cambiamento che potrebbe influenzare significativamente il panorama socioeconomico del Paese nei prossimi anni.