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    Israele, il Presidente Macron incontra le famiglie degli ostaggi: “7 ottobre uno shock per l’intero pianeta”

    Il Presidente
    francese Emmanuel Macron, arrivato oggi in Israele per esprimere “il sostegno e
    la solidarietà” della Francia, ha incontrato i famigliari israelo-francesi
    delle persone prese in ostaggio, disperse o uccise nell’attacco terroristico di
    Hamas del 7 ottobre. “L’attacco è stato uno shock per l’intero pianeta,
    soprattutto per la Francia” ha affermato Macron.

    Ieri Hamas ha
    liberato altri due ostaggi: Yocheved Lifshitz (85 anni) e Nurit Cooper (79
    anni). Le due donne erano state rapite dalle loro case nel Kibbutz di Nir Oz. I
    loro mariti sono ancora prigionieri a Gaza.

    La signora Lifshitz
    è stata dimessa dall’ospedale Ichilov di Tel Aviv. Ha raccontato che i
    terroristi la tenevano insieme ad altri venticinque ostaggi nei tunnel
    sotterranei. Seduta su una sedia a rotelle, ha detto ai giornalisti: “Ho
    vissuto l’inferno e non pensavo di sopravvivere. Non pensavo che saremmo
    arrivati qui [in Israele]”. “Abbiamo camminato per chilometri sul terreno
    umido. C’era una grande rete di tunnel sotterranei che assomigliavano ad una
    ragnatela. Ci hanno guidati attraverso i campi e durante il tragitto sono stata
    picchiata con bastoni. Mi hanno anche preso l’orologio. Quando siamo arrivati
    ci hanno detto che credevano nel corano e che non ci avrebbero feriti. C’era
    tanta umidità nei tunnel”. Durante la prigionia, sostiene Lifshitz, ha
    ricevuto cure, visite mediche ogni due, tre giorni e cibo. La donna ha definito
    i terroristi che la sorvegliavano “amichevoli” e sembravano pronti a tenere gli
    ostaggi a lungo.

    Sharon, figlia della
    signora Lifshitz parlando alla BBC, ha spiegato che rivedere sua madre è stato
    incredibile, «solo prenderle la mano, baciarle la guancia, sono così fiera di
    lei. È meraviglioso». Yocheved Lifshitz è un’attivista per la pace ed insieme
    al marito Oled, ancora prigioniero, aiutavano i palestinesi malati a Gaza a
    raggiungere l’ospedale. Daniel Lifshitz, il nipote della coppia rapita, ha
    spiegato a Reuters che “Sono stati attivisti per la pace per tutta la loro vita
    e per più di un decennio hanno portato palestinesi malati dalla Striscia di
    Gaza, non dalla West Bank, ma dalla Striscia di Gaza dal confine agli ospedali
    israeliani per ricevere cure”.

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