Il prossimo 2 marzo per la terza volta in un anno gli israeliani sono chiamati al voto per leggere il parlamento, ma i sondaggi continuano a prevedere una situazione di stallo politico fra il blocco della destra guidato da Netanyahu e il centro sinistra dove prevale il partito Blu e Bianco di Benny Gantz. Ancora una volta il voto è una sorta di referendum su Netanyahu, primo ministro più longevo della storia d’Israele.
Tuttavia questa data rischia di non passare alla storia rispetto ad un altra data: il 17 marzo, giorno in cui è stata fissata la prima udienza del processo per corruzione a carico del premier israeliano Benyamin Netanyahu. E’ la prima volta che un capo di governo israeliano in carica viene processato. In base all’incriminazione presentata dalla procura il 28 gennaio, il leader del Likud deve rispondere di tre capi d’imputazione per corruzione. Secondo l’accusa Netanyahu ha offerto favori politici in cambio di doni e articoli favorevoli sulla stampa. A giudicare Netanyahu sarà un collegio di tre magistrati, presieduto da una donna, Rivka Friedman-Feldman. Gli altri sono i giudici Moshe Bar-Am e Oded Shaham. Tutti e tre sono in forze alla corte distrettuale di Gerusalemme nel 2012. Friedman-Feldman ha fatto parte del collegio di tre giudici che nel 2014 cassò l’assoluzione dell’ex premier Ehud Olmert e lo condannò a otto anni di carcere per corruzione.