La transizione energetica è ormai il trend topic del momento, aziende multinazionali di tutto il mondo stanno focalizzando tutti i loro investimenti e le strategie di business per rendere i loro asset e processi produttivi il più sostenibili possibili, verdi, strizzando sempre più l’occhio alle energie rinnovabili.
Nei prossimi 30 anni, infatti si prevede una crescita esponenziale delle energie green, grazie agli investimenti di privati e dei governi, energie che mirano a sostituire del tutto quelle derivanti da combustibili fossili, inquinanti per l’ambiente e non più economicamente convenienti. Per questo motivo le tecnologie che alla loro base sono diventate di fondamentale importanza, sempre più sofisticate. tra tutte la più promettente è il fotovoltaico che permette di convertire la luce solare in energia elettrica. Grazie al calo dei costi per la produzione dei pannelli e l’aumento dell’efficienza hanno spinto la produzione di energia solare a livelli impressionanti, tanto che la capacità mondiale di produrre energia tramite questa tecnologia ha raggiunto circa i 400 Gw. Nello stesso tempo l’impiego di questa tecnologia può comportare notevoli sprechi, come ad esempio lo smaltimento dei panelli solari una volta dismessi, e l’impatto che il materiale con il quale sono realizzati ha sull’ambiente. Ogni panello solare ha una vita media di 25 anni, e secondo l’agenzia IRENA, alla fine del 2016 sono state stimate 250,000 tonnellate di pannelli solari da smaltire; tra i paesi con un trend di crescita e quindi con più “rifiuti” da smaltire da qui al 2040 compaiono il Giappone, Stati Uniti e Cina, e proprio per questo motivo, sono state condotte numerose ricerche per trovare un’alternativa all’attuale materiale con il quale sono fabbricati la maggior parte dei panelli solari, ovvero il perovskite, un minerale di biossido di titanio di calcio. Altra alternativa è un processo di smaltimento che rispetti l’ambiente circostante.
Una soluzione a questi due problemi potrebbe arrivare da uno studio condotto da un gruppo di scienziati della Hebrew University di Gerusalemme, i quali hanno scoperto una modalità per migliorare ed incrementare il tempo di vita e la funzionalità dei panelli solari, costruendoli in un modo diverso rispetto al passato. Gli scienziati israeliani suggeriscono che le celle dei pannelli solari dovranno essere prodotte in una modalità tale da permettere di rimuovere e rimpiazzare il vecchio perovskite, con lo stesso materiale; attraverso questo processo spiega il Professor Lioz Etgar, si potranno abbattere i costi ed aumentare l’efficienza e la vita dei panelli solari.
Il passaggio alle energie rinnovabili è soltanto all’inizio della sua accelerazione, trovare soluzioni che la facilitino e supportino, ci permetterà in futuro di aver sempre più un pianeta pulito, sostenibile, ed energia accessibile sempre più alla maggior parte della popolazione mondiale.