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    ISRAELE

    Israele e Hamas vicini a un accordo: nuovi dettagli sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi

    Fonti diplomatiche israeliane hanno confermato che Israele e Hamas sono nelle “fasi avanzate” delle negoziazioni per un cessate il fuoco che includerebbe il rilascio di alcuni degli ostaggi detenuti a Gaza dal 7 ottobre 2023. Nonostante i progressi nei colloqui mediati da Qatar ed Egitto, con la partecipazione delle amministrazioni statunitensi uscente e entrante, l’accordo non è ancora stato finalizzato, in attesa del responso da parte di Mohammed Sinwar, fratello di Yahya.

    Secondo le autorità israeliane, l’avanzamento delle trattative è stato favorito dalla crisi dell’Asse iraniano in Medio Oriente, con il collasso del regime di Assad in Siria e la sconfitta di Hezbollah in Libano, fattori che hanno aumentato la pressione su Hamas. Inoltre, minacce e pressioni da parte del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbero contribuito a portare il gruppo terroristico al tavolo delle trattative. Israele sta collaborando con entrambi i team diplomatici statunitensi, inclusi l’inviato di Biden, Brett McGurk, e l’ufficiale dell’amministrazione Trump, Steve Witkoff.

    Il primo stadio dell’accordo prevede il rilascio di 33 ostaggi “umanitari”, tra cui bambini, donne, soldatesse, anziani e malati. Israele ritiene che la maggior parte di loro sia ancora in vita, sebbene non abbia conferme sulla loro condizione. Dopo 16 giorni dall’entrata in vigore dell’accordo, inizieranno le negoziazioni per la liberazione dei rimanenti ostaggi, tra cui uomini in età da servizio militare e soldati. Israele manterrà delle leve strategiche, come la detenzione di terroristi e il controllo di aree chiave nella Striscia di Gaza, per garantire il rilascio completo degli ostaggi. Israele poi ritirerà gradualmente le proprie truppe dalla maggior parte della Striscia di Gaza, in cambio del rilascio di un numero significativo di prigionieri palestinesi..

    Israele ha smentito le notizie secondo cui il rilascio dei primi ostaggi avverrà solo una settimana dopo l’inizio del cessate il fuoco. Attualmente, si stima che 94 dei 251 ostaggi sequestrati da Hamas il 7 ottobre siano ancora a Gaza, inclusi almeno 34 cadaveri confermati dall’IDF. 

    Israele ha precisato che i terroristi responsabili di attacchi mortali non saranno rilasciati in Cisgiordania e che nessuno dei partecipanti al massacro del 7 ottobre sarà liberato. Fonti non confermate suggeriscono che tra 150 e 200 terroristi condannati potrebbero essere rilasciati e trasferiti a Gaza, Egitto, Turchia o Qatar. Inoltre, il governo israeliano ha ribadito che non restituirà il corpo di Yahya Sinwar, il leader di Hamas responsabile dell’attacco del 7 ottobre, ucciso dall’IDF a Rafah lo scorso ottobre.

    Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso ottimismo: “Siamo sull’orlo di un accordo che potrebbe portare alla liberazione degli ostaggi, alla cessazione delle ostilità e a un significativo incremento dell’assistenza umanitaria ai palestinesi”. Le amministrazioni Biden e Trump stanno collaborando per assicurare la riuscita dell’intesa, con inviati speciali come Brett McGurk e Steve Witkoff impegnati nei negoziati.

    Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta consultando i vertici della sicurezza per decidere quando portare l’accordo all’approvazione del governo. Tuttavia, i partiti di estrema destra minacciano di abbandonare la coalizione se l’accordo dovesse includere la liberazione di un numero elevato di prigionieri palestinesi.

    Nel frattempo, Qatar ed Egitto continuano a mediare gli ultimi dettagli, con una nuova tornata di colloqui prevista a Doha il 16 gennaio. Le prossime ore saranno cruciali per definire il futuro della tregua e del rilascio degli ostaggi.

     

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