Il ministero della Comunicazione israeliano sta promuovendo un disegno di legge mirato a richiederei ai principali servizi di streaming internazionali, come Netflix e Disney+, di investire in contenuti israeliani. Un modo inclusivo e alternativo per far conoscere al mondo la cultura israeliana ed ebraica in generale. Il ministero della Comunicazione ha detto che la riforma mira a garantire che gli spettatori possano godere di “un’ampia e diversificata varietà di contenuti di qualità che possano esprimere i diversi sapori della lingua e della cultura israeliana”.
La riforma proposta prevede anche che i servizi di streaming investano il 4%-6,5% delle loro entrate annuali in creator israeliani. Il regolamento si applicherebbe anche ai concorrenti locali con un fatturato annuo superiore a 300 milioni di NIS circa 90 milioni di dollari. “Stiamo compiendo un altro passo nella regolamentazione del mercato radiotelevisivo e nell’adattamento all’era attuale”, ha detto il Ministro della Comunicazione Yoaz Hendel. “La riforma richiederà alle emittenti internazionali e israeliane, con centinaia di migliaia di abbonati in Israele, di trasmettere contenuti culturali interessanti per tutti”.
Al fine di diversificare ulteriormente la gamma di contenuti in Israele, il disegno di legge propone anche che una certa percentuale dell’investimento nelle produzioni locali. Tutto ciò potrebbe avere un impatto significativo sulla gamma e sulla qualità delle produzioni israeliane originali, che si unirebbero ai precedenti successi internazionali israeliani come Fauda e Teheran.