La Biblioteca Nazionale d’Israele, in coordinamento con il Fondo Arcadia, ha annunciato un’importante iniziativa volta a permettere l’accesso digitale a oltre 2.500 preziosi manoscritti e libri islamici. L’imponente progetto dovrebbe concludersi entro il 2023. Grazie a una sovvenzione di Arcadia, un fondo di beneficenza di Lisbet Rausing e Peter Baldwin, il progetto prevede la digitalizzazione e il caricamento on line di immagini ad alta risoluzione della vasta collezione di libri e manoscritti, il miglioramento della loro descrizioni in arabo e in inglese e lo sviluppo di una piattaforma digitale in inglese, ebraico e arabo. Gli esperti della Biblioteca Nazionale di Gerusalemme, spiega il sito Israele.net che riprende il “Jerusalem Post”, esamineranno meticolosamente tutti i documenti da sottoporre a scansione allo scopo di garantirne la migliore conservazione, adottando le adeguate misure di salvaguardia su tutti i libri e manoscritti ritenuti in cattive condizioni.
L’iniziativa permetterà agli utenti di tutto il mondo di accedere ai manoscritti e ai libri attraverso immagini ad alta risoluzione, opzioni di ricerca facilmente intuitive e altri strumenti appositamente predisposti. Tra alcuni dei documenti unici che verranno inclusi nel processo di digitalizzazione figura una copia iraniana della grande raccolta Tuhfat al-Ahrar del poeta mistico persiano Nur al-Din Jami, originariamente prodotta nel 1484 quando l’autore era in vita. Fra gli altri elementi della collezione figurano copie del Corano riccamente decorate e opere letterarie ricamate con foglie d’oro e lapislazzuli, provenienti da tutto il mondo musulmano. Oltre a quelli in arabo tradizionale, molti dei documenti islamici conservati nella Biblioteca Nazionale d’Israele sono scritti in persiano e turco, spaziando dal IX al XX secolo.
La maggior parte dei manoscritti venne acquisita tramite una donazione di Abraham Shalom Yahuda (1877-1951), uno studioso nato a Gerusalemme che fu linguista, scrittore e traduttore di molti manoscritti islamici e di testi giudeo-arabi medievali. La collezione è anche caratterizzata dal fatto di abbracciare tutte le principali discipline islamiche e le varie tradizioni letterarie, con eccezionali documenti provenienti dalle biblioteche reali Mamelucche, Moghul e Ottomane. La Biblioteca Nazionale d’Israele si configura così come un importante centro per i ricercatori che studiano opere relative alla cultura islamica e mediorientale. “Abbiamo il privilegio di poter aprire l’accesso digitale a questi tesori – ha dichiarato Raquel Ukeles, curatrice della collezione Islam e Medio Oriente della Biblioteca Nazionale d’Israele – e ci auguriamo che questo progetto contribuisca a una maggiore conoscenza e a promuovere studi condivisi relativi alla civiltà islamica. È una delle tante iniziative volte a connettere la Biblioteca Nazionale d’Israele, con sede a Gerusalemme, e la comunità globale”. Anche Peter Baldwin, co-fondatore e presidente di Arcadia, ha sottolineato l’importanza dell’apertura di un accesso digitale: “Siamo lieti di sostenere la Biblioteca Nazionale d’Israele nello sforzo di garantire il libero accesso delle persone di tutto il mondo questa sua eccezionale collezione”. (Pam/Adnkronos)