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    Israele: approvata la costruzione del Museo Albert Einstein a Gerusalemme

    Il governo israeliano ha approvato l’edificazione di un museo dedicato ad Albert Einstein. L’edificio, che sorgerà all’interno dell’Università Ebraica di Gerusalemme, ospiterà gli archivi completi dello scienziato.

     

    Einstein lasciò in eredità i suoi scritti e il suo archivio all’università della capitale dello Stato Ebraico. La maggior parte di questi è conservata negli archivi Albert Einstein presso il campus di Givat Ram. Il museo verrà costruito proprio all’interno del campus e non presenterà soltanto la vita e le opere di Einstein, ma anche i suoi legami con l’ebraismo e Israele. Inoltre il museo sarà centro per l’educazione scientifica e tecnologica.

     

    Ad annunciare l’attuazione di questo progetto l’ex premier israeliano Naftali Bennett attraverso un video pubblicato sui social. “Il museo servirà da luogo di pellegrinaggio per chiunque voglia familiarizzare con Einstein. – ha affermato – Gli adolescenti israeliani, i turisti e gli scienziati di tutto il mondo potranno trarre ispirazione da lui”.

     

    Einstein diede importanti contributi alla teoria della meccanica quantistica e vinse il premio Nobel per la fisica nel 1921. Spinto dal crescente antisemitismo, anche a livello accademico, insieme ad Hersch Lauterpacht fondò il World Union of Jewish Students nel 1924, al fine di combattere l’odio antiebraico e far sì che non fosse limitata l’ammissione di studenti ebrei nelle università, fenomeno diffuso in tutta Europa. Dal 1925 al 1933 fu presidente dell’associazione ed ebbe come vicepresidenti personaggi del calibro di Chaim Bialik, Sigmund Freud e Chaim Weizmann. Dopo la morte di quest’ultimo nel 1952, ad Einstein fu proposto da Ben Gurion di diventare il secondo presidente dello Stato di Israele. Ma lo scienziato, sionista convinto e tra i fondatori proprio dell’Università Ebraica di Gerusalemme, tuttavia declinò l’offerta.

     

    “Sono profondamente commosso per l’offerta ricevuta dal nostro Stato d’Israele, ma allo stesso tempo – scrisse nella lettera di risposta – sono rattristato e imbarazzato perché non posso accettarla”. “Sono tanto più dispiaciuto – aggiunse – giacché la mia relazione con il popolo ebraico è diventata il legame umano più forte che io abbia, da quando sono diventato consapevole della nostra situazione precaria in mezzo alle nazioni del mondo”.

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