Pnina Tamano-Shata sara’ la nuova ministra all’Immigrazione, ed e’ la prima di origini etiope ad arrivare al governo. La 39enne, arrivata in Israele all’eta’ di 3 anni in una drammatica evacuazione di ebrei etiopi, e’ una parlamentare del partito Blu e bianco ed e’ stata scelta dal leader del movimento, Benny Gantz, per fare parte della squadra del governo di unita’ formato con Benjamin Netanyahu.
Con i cinque fratelli e il padre Pnina Tamano-Shata faceva parte del gruppo di quasi 7 mila ebrei etiopi portati fuori dal Paese da Israele tra novembre 1984 e gennaio 1985. Sua madre la segui’ diversi anni dopo. “Per me, questo e’ un punto di riferimento e la chiusura di un cerchio”, ha dichiarato Tamano-Shata al quotidiano israelianoMaariv, ripreso dalla Bbc. “Da quella bambina di tre anni che e’ immigrata in Israele senza una madre in un viaggio attraverso il deserto, alle lotte che ho condotto e sto ancora conducendo per la comunita’, l’integrazione, l’accettazione dell’altro, e contro la discriminazione e il razzismo”, ha spiegato. All’inizio degli anni ’80 circa 16 mila ebrei etiopi si incamminarono dalle loro case nel nord dell’Etiopia per raggiungere il Sudan e poi Israele. A loro, cosi’ come ai cittadini non ebrei, fu proibito di lasciare l’Etiopia, quindi fecero il viaggio in segreto. Circa 1.500 morirono nel tragitto o nei campi profughi in Sudan.
Il Sudan – un Paese a maggioranza musulmana e parte del mondo arabo – all’epoca era in guerra con Israele e l’evacuazione fu compiuta clandestinamente. Le prime operazioni per portare gli ebrei etiopi in Israele furono eseguite dal Mossad, il servizio segreto di Israele, in una serie di azioni dal 1980. La comunita’ ebraica etiope israeliana si è lamenta spesso delle discriminazioni nella società. La comunita’ di 140 mila persone e’ tra le piu’ povere del Paese e soffre di alti tassi di disoccupazione. Tuttavia, molti israeliani etiopi di seconda generazione hanno avuto successo raggiungendo importanti posizioni in campo militare, giudiziario e politico.