I leader di Hamas e alcuni funzionari di alto livello del regime iraniano si sono incontrati almeno quattro volte nel 2023.
Lo rivela il Meir Amit Intelligence and Terrorism Information Center (ITIC),
istituzione governativa fondata nel 2001 e che fa parte dell’Israel
Intelligence Heritage and Commemoration Center, che ha pubblicato un rapporto
su quanto avvenuto il 7 ottobre.
Nel rapporto si legge che dal 7 ottobre “Israele sta
conducendo una guerra contro due proxies del cosiddetto “Asse della
Resistenza”, Hamas e Hezbollah. Il sostegno dell’Iran a queste due
organizzazioni terroristiche, spiegano gli esperti dell’ITIC, va oltre la
guerra attuale e i precedenti conflitti. “Il controllo di una rete di
organizzazioni terroristiche armate, che comprende Hamas, la Jihad islamica in
Palestina (PIJ) e Hezbollah, consente all’Iran di agire contro i suoi avversari
con spazio per una plausibile negazione, riducendo il rischio di un’escalation
fino al punto di uno scontro militare diretto con i suoi nemici”.
Il centro di intelligence ha segnalato che negli
ultimi due anni l’Iran e Hamas si sono coordinati continuamente. Nel luglio
2022 e nel gennaio 2023, il ministro degli Esteri iraniano Abdollahian ha
incontrato i rappresentanti delle organizzazioni terroristiche palestinesi in
Siria, tra cui Hamas. Ad aprile invece, Esmail Ghaani, comandante della forza
Quds dei Pasdaran, ha incontrato il leader di Hamas Isma’il Haniyeh e il suo
vice Saleh al-‘Arouri a Damasco. E ancora a giugno dove Haniyeh insieme a una
delegazione che comprendeva anche ‘Arouri e membri anziani dell’organizzazione,
ha incontrato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, il segretario del Consiglio
supremo di sicurezza nazionale Ali Akbar Ahmadian e il comandante delle Guardie
Rivoluzionarie Hossein Salami. L’ultimo incontro tra gli alti funzionari della
Forza Quds e di Hamas risale a luglio 2023.
Secondo il Meir Amit Intelligence and Terrorism
Information Center i funzionari iraniani e i terroristi di Hamas hanno avuto
almeno quattro scambi telefonici. A gennaio, il ministro degli Esteri iraniano
ha parlato al telefono con Haniyeh. A febbraio, Ali Akbar Velayati, consigliere
senior per gli affari internazionali del leader iraniano, ha parlato al
telefono con il leader di Hamas. Mentre ad aprile gli iraniani hanno parlato al
telefono non solo con Haniyeh, ma anche con Yahya al-Sinwar, capo dell’ufficio
politico di Hamas nella Striscia di Gaza. Ed ancora, nell’agosto 2023.
Nel rapporto si parla anche del rapporto tra l’Iran
e i suoi proxies. Hezbollah è considerato il “braccio strategico preferito
dell’Iran, poiché gli fornisce le capacità per scoraggiare Israele e promuovere
i suoi interessi regionali”. Tuttavia, il desiderio di Teheran di intensificare
le sue minacce contro Israele con un “anello di fuoco” attorno ai suoi confini
ha portato l’Iran a rafforzare i suoi legami con altri gruppi terroristici che
operano vicino a Israele, in particolare Hamas, anche se un movimento sunnita e
non sciita. Il motivo sta nel loro comune desiderio di distruggere Israele,
afferma il rapporto.
Secondo il documento l’Iran considera Hamas e il PIJ
“centri di potere nell’arena palestinese, che possono essere utilizzati per
portare avanti i suoi obiettivi regionali, soprattutto nei confronti di
Israele”. “L’Iran ha lavorato per
istruire, sostenere e incoraggiare i suoi delegati, guidati da Hamas e Hezbollah,
a usare la forza coordinata contro Israele” ha affermato il centro Meir Amit.
“Dallo scoppio della guerra, l’Iran ha intensificato
le sue minacce contro la continuazione dell’attività israeliana a Gaza. A
quanto pare, l’Iran teme che una campagna di terra israeliana possa mettere a
repentaglio la sopravvivenza di Hamas, che è uno strumento chiave iraniano nei
suoi sforzi per stabilire la propria influenza nell’arena palestinese” si legge
ancora nel rapporto, dove si parla anche del sostegno militare alle
organizzazioni terroristiche palestinesi da parte del regime iraniano, che sta
tentando di “creare reti di intelligence iraniane in Israele, di creare reti
terroristiche mascherate da organizzazioni civili e trasferire esplosivi
utilizzando veicoli aerei senza pilota”.