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    ISRAELE

    Il tunnel degli orrori di Hamas: IDF rivela orribili dettagli sulla prigionia degli ostaggi

    L’IDF ha diffuso immagini scioccanti di un tunnel situato a 20 metri di profondità sotto una stanza per bambini nella Striscia di Gaza. Le pareti della stanza, decorate con immagini di personaggi dei cartoni animati, nascondevano un pavimento segreto che conduceva a un cunicolo sotterraneo.

    “Tutto ciò che dovevano fare era rompere il pavimento dal basso e poi uscire dalla stanza dei bambini per tornare nel tunnel. È così che Hamas ha costruito questo passaggio”, ha spiegato il portavoce dell’IDF, il Contrammiraglio Daniel Hagari, durante la sua discesa nel tunnel dove sono stati ritrovati i corpi dei sei ostaggi brutalmente uccisi.

    L’IDF ha utilizzato un bulldozer blindato D-9, seguito da martelli pneumatici e trapani per superare le barriere costruite dai terroristi per nascondere i cadaveri. Ora l’IDF sta analizzando le prove raccolte, tra cui tracce di DNA, per identificare i responsabili di queste atrocità.

    Il tunnel, lungo 120 metri, è stato progettato con soffitti così bassi da impedire di stare in piedi. Hagari ha descritto le condizioni come “orribili”, con aria quasi irrespirabile e umidità estrema. “Questo è il luogo dove sono stati brutalmente assassinati”, ha detto, indicando le macchie di sangue sul pavimento.

    Secondo l’IDF, i sei ostaggi sono stati trattenuti in queste condizioni inumane per undici mesi prima di essere giustiziati dai terroristi di Hamas. Gli oggetti ritrovati nel tunnel, tra cui bottiglie di urina, testimoniano la difficile prigionia delle vittime. “Queste persone hanno sofferto fino all’ultimo respiro, implorando per la loro vita”, ha affermato Hagari, aggiungendo che tra due e sei terroristi erano presenti nel tunnel al momento dell’esecuzione.

    “Faremo tutto il possibile per riportare tutti gli ostaggi a casa vivi”, ha ribadito Hagari, sottolineando che le operazioni militari continueranno fino a quando tutti i prigionieri non saranno liberati.

     

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