Lo sport senza frontiere, l’unione di grandi e piccoli intorno al pallone e la fede calcistica che supera i limiti geografici. Questo è il Roma Club Gerusalemme, ONLUS creata nel 1998 da alcuni tifosi romanisti residenti in Israele, con lo scopo di utilizzare la passione per la squadra giallorosso al servizio di valori importanti.
La più recente attività – racconta Samuele Giannetti, co-fondatore dell’associazione, a Shalom – si è svolta in Ghana, dove il Club ha inviato interi pacchi di materiale calcistico ai bambini meno fortunati. «Un mio amico, Ira Cernia Mevorach, svolge volontariato in quel posto e mi ha contattato per dirmi di aver iniziato ad allenare i ragazzi a calcio. Allora abbiamo deciso di aiutarli».
Prima l’invio di materiale ludico, quindi aiuti e nozioni di base su come allenare un gruppo. Poi, dopo aver visto le foto dei bambini che giocavano scalzi, sono stati spediti dei pacchi con all’interno tutta l’attrezzatura necessaria per allenarsi. Non materiale nuovo, ma in ottime condizioni: coni, tute, maglie, pantaloncini. Oggetti raccolti dai bambini del Club. «Dobbiamo sempre pensare a chi è meno fortunato di noi. Le prossime settimane partiranno altri kit».
Il gruppo di israeliani volontari in Ghana aiuta e stimola bambini del posto, insegna loro cose nuove «affinché comincino a credere in se stessi ed abbiano una realtà ed un futuro diversi». Quando il materiale è arrivato ai ragazzi, questi sono impazziti di felicità. Non tanto per i palloni o le magliette con lo stemma del Club – che simboleggiano gruppo e coesione – ma perché, forse per la prima volta, si sono resi conto che «qualcuno al di fuori del Ghana sapesse della loro esistenza. Non c’è nulla al mondo più bello di sentirsi importanti e considerati».
Una toccante usanza locale è quella di pregare ad ogni fine allenamento. «Ci hanno ringraziato per la donazione e hanno pregato per benedirci».
Grazie a questo progetto, si rinnova lo Slogan di “sport senza frontiere”, caposaldo del Roma Club Gerusalemme.