Skip to main content

Ultimo numero Gennaio – Febbraio 2025

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ISRAELE

    Il piano Trump per Gaza per cambiare la storia

    Un incontro all’insegna della sintonia, quello tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con quest’ultimo che ha donato un cercapersone dorato, simbolo dell’operazione effettuata contro Hezbollah avvenuta a metà settembre, che, secondo fonti israeliane, sarebbe stata lodata da Trump.
    Nella conferenza stampa congiunta, Trump ha annunciato il progetto per la Striscia di Gaza secondo cui gli Stati Uniti ne dovrebbero assumeranno il controllo. L’inattesa dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti ha scatenato una serie di reazioni nel panorama politico israeliano. Durante un incontro nello Studio Ovale con il premier israeliano, Trump ha esposto la sua idea di trasformare Gaza in una “prospera oasi mediorientale”, con opportunità economiche significative, e ha ipotizzato la possibilità di ricollocare i civili gazawi in Paesi limitrofi disposti ad accoglierli.
    Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha elogiato le “idee fuori dai parametri tradizionali” di Trump, affermando che potrebbero “cambiare la storia”. Ha lodato il Presidente americano per aver detto “quel che altri rifiutano di dire” e ha sottolineato che la cooperazione tra Israele e gli Stati Uniti è fondamentale per la sicurezza e la stabilità della regione.
    Anche il leader dell’Unione Nazionale, Benny Gantz, ha accolto positivamente l’annuncio, definendolo “un’ulteriore prova della profonda alleanza tra Stati Uniti e Israele”. Ha inoltre elogiato l’approccio “creativo e interessante” di Trump, sottolineando che le sue idee devono essere valutate in relazione agli obiettivi della guerra e al ritorno degli ostaggi.
    Il presidente di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, ha ringraziato Trump per il suo “impegno assoluto per la sicurezza di Israele” e per la sua determinazione nell’eradicare il regime di Hamas in cooperazione con l’Egitto. Ha anche elogiato la sua fermezza contro le minacce iraniane.
    Il ministro della Diaspora e della Lotta all’Antisemitismo, Amichai Chikli, ha definito le dichiarazioni di Trump un “terremoto geopolitico” che sovverte il paradigma degli accordi di Oslo e rimescola le carte sul futuro di Gaza e del conflitto israelo-palestinese. Chikli ha attribuito questa svolta politica alla leadership di Netanyahu, auspicandone la realizzazione. Anche la ministra dei Trasporti, Miri Regev, ha elogiato l’incontro tra Trump e Netanyahu, definendolo un momento storico che inaugura “un nuovo ordine mondiale”.
    Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha dichiarato che studierà attentamente il piano di Trump e ne discuterà con gli Stati Uniti durante il suo imminente viaggio a Washington. Ha sottolineato che il ruolo della leadership israeliana è quello di proporre piani, non solo di attendere quelli americani. Lapid ha anche insistito sull’importanza del completamento della seconda fase dell’accordo sugli ostaggi, criticando le dichiarazioni di Netanyahu sulla necessità di “schiacciare Hamas” dopo la fine dell’accordo.
    Anche il leader laburista Yair Golan ha enfatizzato che la priorità assoluta rimane la liberazione degli ostaggi, aggiungendo che la sicurezza di Israele e un’alleanza regionale forte devono essere il fulcro della strategia post-bellica.

    CONDIVIDI SU: