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    Il nuovo sistema di difesa laser israeliano diventerà operativo nel 2024

    L’anno prossimo Israele avrà un sistema di difesa laser parziali, lo ha affermato domenica alla radio dell’esercito Yuval Steinitz, presidente della Rafael Advanced Defense Systems.

    “Israele sarà il primo paese ad avere una protezione laser parziale. Mentre entro due anni potrebbe esserci una protezione completa – contro missili, proiettili, razzi o droni. Questo ci proteggerà sia nel Sud che nel Nord”, ha affermato Steinitz.

     

    Più di un centinaio di ingegneri della divisione Ricerca, Sviluppo e Ingegneria di Rafael stanno attualmente lavorando allo sviluppo dell’Iron Beam, che consentirà l’intercettazione di minacce come bombe di mortaio, razzi, missili anticarro, droni e vari altri oggetti, ad un costo minimo rispetto a quelli dell’Iron Dome. 

     

    Nelle prime fasi, il nuovo sistema opererà a fianco dell’Iron Dome, che recentemente ha festeggiato 12 anni dalla sua prima intercettazione operativa. L’Iron Dome rileverà un lancio verso Israele, il computer del sistema analizzerà gli schemi di volo del razzo, calcolerà la traiettoria, gli angoli, la velocità e l’altitudine e, dopo aver raggiunto una conclusione sul luogo stimato di caduta, deciderà se intercettarlo o se invece farlo cadere in un’area aperta e disabitata.

     

    Qualora fosse necessaria l’intercettazione, si attiverà l’Iron Beam, che può fare a un razzo nemico quello che finora faceva il missile intercettore “Tamir”, il cui costo è di circa 50.000 dollari. In determinati casi, per assicurare la distruzione del vettore nemico, l’Iron Dome e l’Iron Beam intercetteranno contemporaneamente la minaccia.

     

    Lo scorso febbraio, un alto funzionario del Ministero della Difesa, il Brig.-Gen. (ris.) Danny Gold ha affermato che i laser della difesa aerea israeliana, una volta schierati, saranno in grado di abbattere droni come quelli che l’Iran ha inviato alla Russia. 

     

    “Il sistema di difesa laser è davvero un’ottima notizia. Sarà sia terrestre che aereo – ha affermato lo scorso gennaio il Capo di Stato Maggiore uscente dell’IDF, Aviv Kohavi, al Jerusalem Post – Tra altri due anni prevediamo di implementare sistemi lungo il confine della Striscia di Gaza per testare l’efficacia di questo strumento”. “Ha funzionato molto bene nei test sul campo. Se questo esperimento funzionerà ci muoveremo il più velocemente possibile per dispiegarlo in tutto il Nord” ha aggiunto.

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