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    ISRAELE

    Il diario di bordo dell’astronauta Ilan Ramon fra i tesori della Biblioteca Nazionale d’Israele

    Dopo un meticoloso e lungo restauro da parte dell’Israel Museum, ora fa parte delle collezioni più rare della Biblioteca Nazionale di Israele. Si tratta del diario di bordo di Ilan Ramon, colonnello dell’aeronautica e primo astronauta dello Stato d’Israele lanciato nello spazio, che il 1° febbraio 2003 rimase ucciso insieme ai suoi sei compagni di equipaggio in un tragico incidente dello Space Shuttle Columbia.
    Sotto le intemperie per due mesi, le 18 pagine del diario, scritte nei 16 giorni della missione, furono miracolosamente ritrovate quasi intatte in un paese del Texas. Si leggono annotazioni prese sia prima che durante la missione, che vanno dalla routine quotidiana a bassa gravità alle conversazioni con i leader mondiali. Ramon, oltre al diario, aveva portato con sé altri oggetti personali nello spazio: due rotoli della Torah in miniatura, uno donatogli dall’ex presidente israeliano Moshe Katsav e l’altro dal professor Yosef, sopravvissuto alla Shoah; un disegno di un paesaggio lunare creato dal quattordicenne praghese Peter Ginz, morto ad Auschwitz nel 1944; una lettera del figlio Assaf, anch’egli tragicamente morto in un incidente di addestramento al volo nel 2009 e una bottiglia di vino per il kiddush.
    Nei primi giorni della missione scriveva: “Sono diventato un uomo che vive e lavora nello spazio”. Altre note erano dedicate al figlio: “Assaf, mio primogenito. Ogni notte guarda il cielo e pensa a me che gli giro attorno. Un poco lontano ma vicino col cuore. Ti amo. Mi manchi. Prendi cura di te, di tua madre e dei tuoi fratelli”.
    In un altro estratto, tratto da una conversazione tenuta in orbita con l’allora Primo ministro Ariel Sharon, Ramon scriveva: “Dalla nostra prospettiva qui nello spazio, vi guardiamo e vediamo un mondo senza confini, pieno di pace e splendore. Nei nostri cuori c’è una preghiera affinché tutta l’umanità possa immaginare il mondo come ci appare, senza confini, e possa sforzarsi di vivere insieme in pace”.
    “La Biblioteca Nazionale ha il privilegio di essere incaricata di salvaguardare e preservare il diario e di onorare la memoria di quest’uomo che lo ha realizzato, un eroe di Israele e del popolo ebraico, ora e per le generazioni future” ha detto Sallai Meridor, Presidente del Consiglio di amministrazione della Biblioteca.

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