Skip to main content

Ultimo numero Luglio- Agosto 2024

Luglio-Agosto 2024

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ISRAELE

    “Hinneni. Eccomi. Adesso è il nostro turno di difendere il popolo d’Israele”. L’ultimo discorso del maggiore Shay Shamriz

    Pubblichiamo di seguito il discorso del maggiore Shay Shamriz, 26 anni, al suo battaglione, pronunciato il 12 ottobre, al momento dell’inizio dell’operazione. Il maggiore è caduto in battaglia.
    Shay Shmriz HaCohen, dopo aver frequentato la scuola superiore nel Kibbutz Yavneh e poi due anni alla Baali Preparatory School, ha prestato servizio come soldato nell’unità Dovdvan e, dopo un corso per ufficiali, è passato al 931° battaglione della brigata Nahal, dove ha prestato servizio come ufficiale militare. Ha comandato una compagnia fin dall’inizio dei combattimenti a Gaza ed è stato ucciso nella battaglia di Derj Tofah, l’ultimo bastione nel settore settentrionale di Gaza, insieme al suo amico Oli Gringlick che lo aveva accompagnato anche lui nella guerra. Insieme hanno vissuto e combattuto: nella vita e nella morte non si sono mai separati.
    Shay era silenzioso e mite, con una personalità contraddistinta dalla quiete e dall’umiltà. Shai era una persona intelligente e sensibile, amava la gioia e sapeva apprezzare la vita. Allo stesso tempo, era un comandante tenace che pretendeva il meglio dai suoi soldati stimolandoli anche oltre le loro aspettative. I suoi soldati lo adoravano e si fidavano di lui. Shay percepiva il peso della responsabilità sulle sue spalle, sia professionalmente come combattente e comandante, sia come persona, preoccupandosi per ogni militare e per i suoi familiari. La sua fede era silenziosa e ardente e il suo mondo di valori nasceva dal legame con la Torah, come si evince anche dai suoi discorsi e dalle sue parole pronunciate prima di entrare a Gaza.

    Non sono tante le occasioni nella vita per affrontare un momento come questo, in cui posso dire “Eccomi!”. Lo abbiamo detto cinque giorni fa, dopo che un nemico ci ha assalito, pensando di poter sconfiggere il popolo di Israele: ha attraversato il confine, ha assassinato, ha rapito e ha perpetrato atti di una violenza inaudita. C’è sempre stato un popolo che nel corso delle generazioni è insorto per annientarci. In ogni generazione, però, ci sono state persone che si sono alzate e hanno detto “Eccomi!”, aggiungendo “Noi siamo lo scudo di questo popolo”. Abbiamo avuto il privilegio di appartenere a una generazione redenta, una generazione con un esercito, una generazione con un sistema di difesa, una generazione che può contare su delle forze. Voi rappresentate quelle forze. Abbiamo il privilegio di essere combattenti in un tempo di crisi, che ci sta mettendo alla prova.
    Questi sono tempi difficili per il popolo di Israele. Non immaginavamo una settimana fa che saremmo stati in questa situazione: sono morti fratelli, amici, vicini, famiglie, altri soldati, comandanti. E siamo qui per dire che non siamo come settanta e cento anni fa, come quando fummo vittime dei pogrom o della Shoah. C’è una generazione che sa usare la spada, prendere le armi e affermare: “C’è qualcuno che ci protegge!”.
    È il nostro turno. Stiamo partendo insieme dopo mille allenamenti, dopo tante missioni; confido che ognuno di voi dia il massimo, porti il 931° Battaglione alla vittoria su qualsiasi fronte richiesto e in qualsiasi battaglia. Siamo destinati alla vittoria: in questo gruppo vi è lo scudo di Israele. Chiunque osi danneggiare la nostra terra, la nostra gente, ne pagherà le conseguenze. Chi oserà alzare la testa contro di noi se ne pentirà.
    Entriamo in questa battaglia decisiva per distruggere qualsiasi nemico che pensa di poterci sconfiggere. Abbiamo il diritto di vivere in un’era di redenzione, in un’era di consolazione, in un’era in cui c’è chi si prende cura di noi: qualcuno si prende cura di noi ebrei con le armi, mentre qualcuno si prende cura di noi dall’alto.
    Con questa certezza di avere dalla nostra parte il Bene, la Speranza, la Verità, vinceremo su ogni fronte. C’è una frase che accompagna il nostro popolo fin dall’inizio della sua esistenza: “Netzach Yisrael Lo Yishaker” (“L’eternità di Israele non mentirà né si pentirà”). Il popolo di Israele non ha paura del lungo cammino.
    Questo gruppo distruggerà il nemico, combattendo per quanto tempo sarà necessario. Ho il privilegio di essere qui e di supervisionare un gruppo di eroi che alzano la testa e dicono: “Eccomi!”.
    Prima di noi vi erano i nostri nonni nella rivolta del Ghetto di Varsavia, nella Guerra d’Indipendenza e si può andare ancora più indietro nel tempo. Oggi è il nostro turno. Porteremo il battaglione alla vittoria e Israele vincerà! Perché la Verità è con noi, il Bene è con noi, la Speranza è con noi. ״Netzach Yisrael Lo Yishaker״, “L’eternità di Israele non mentirà né si pentirà”. Questo gruppo entrerà in battaglia e sconfiggerà il nemico, combattendo quando necessario. Andiamo e vinciamo!

    CONDIVIDI SU: