Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ISRAELE

    “Guardami negli occhi”: ex ostaggio di Hamas lascia un senza parole attivista pro-palestinese

    Un dibattito all’Università della California di Los Angeles è diventato virale nei giorni scorsi dopo che è stato pubblicato il confronto tra Moran Stela Yanai, sopravvissuta al rapimento del 7 ottobre e alla prigionia, e Aidan Dewolf, un attivista pro-palestinese. Il dibattito ha visto anche la partecipazione di Mosab Hassan Yousef, noto come “Il Principe Verde,” e del Prof. Dov Waxman, direttore del UCLA Y&S Nazarian Center for Israel Studies. Tuttavia, è stata Yanai a catalizzare l’attenzione quando ha condiviso la sua drammatica testimonianza, rivolgendosi direttamente a Dewolf.
    “Voglio davvero parlarti faccia a faccia e raccontarti una storia” ha detto Yanai, ripercorrendo l’orrore vissuto durante il massacro di Nova, il festival musicale attaccato da Hamas vicino al kibbutz Re’im. Designer di gioielli, Yanai era al festival per vendere i suoi prodotti quando è stata rapita e portata nella Striscia di Gaza, dove è rimasta prigioniera per 54 giorni. “Quando sono stata rapita, sono stata catturata tre volte. Alla fine, ero nelle mani di 13 terroristi di Hamas. Mi hanno detto che non avevano idea del festival Nova, che lì ci fossero 3.000 persone. Volevano andare avanti e massacrare quante più persone possibile, a Be’er Sheva, Tel Aviv, Haifa – volevano uccidere tutti”.
    Durante il racconto, Yanai ha descritto le violenze subite, spiegando come il suo abbigliamento, simile a una divisa militare, l’avesse fatta scambiare per una soldatessa. Ha raccontato un dettaglio straziante: sua madre ha scoperto il rapimento grazie a sua nipote di 12 anni, che l’ha riconosciuta in un video pubblicato su TikTok.
    Nel confronto diretto, Dewolf ha mostrato segni evidenti di disagio, evitando lo sguardo di Yanai. Con voce calma ma decisa, lei gli ha chiesto: “Hai mai visitato Israele? Sei mai stato a Gaza? Conosci davvero ciò di cui parli?”. Ha poi condiviso dettagli crudi del rapimento, sottolineando l’intento genocida dei terroristi e descrivendo le atrocità a cui ha assistito. In un momento particolarmente toccante, Yanai ha offerto a Dewolf l’opportunità di vedere i video dei massacri. “Forse non mi crederai,” ha detto, “ma posso mostrarti la realtà.”
    L’attivista, incapace di sostenere il confronto, ha risposto in modo imbarazzato. Il momento è diventato virale sui social media, dove Yanai è stata elogiata per il suo coraggio e la compostezza. La sua testimonianza ha scatenato un intenso dibattito online, spingendo molti a riflettere sulle narrazioni spesso distorte che circondano il conflitto israelo-palestinese.

    CONDIVIDI SU: