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    Gerusalemme città santa, ma anche di assedi e conflitti

    Distruzioni

     

    Il popolo ebraico il 9 di Av piange la doppia distruzione di Gerusalemme e del Tempio: quella avvenuta ad opera di Nabucodonosor II, re babilonese, nel 586 AEV e quella causata dall’imperatore romano Tito nel 70 EV. Sono due sciagure capitali della storia ebraica, con un grande significato religioso, ma anche due eventi della storia civile di questa città, che rientrano in una serie ricchissima di assedi, conquiste e battaglie che l’hanno segnata. Di recente è stato tradotto in italiano il libro di uno storico americano, tutto dedicato alle battaglie che si sono svolte nella storia intorno alla capitale di Israele: Gerusalemme assediata (Bollati Boringhieri, pp. 421, € 26).

     

    Una città che esisteva prima del popolo ebraico

     

    Come il popolo ebraico, fin dal suo nome ivrì,  non rivendica di essere indigeno della Terra di Israele, ma sa di venire da lontano, “dall’altra parte” del fiume Eufrate (perché Abramo proveniva dalla Mesopotamia), così l’amore di Gerusalemme non ci impedisce di riconoscere che essa esisteva prima della conquista ebraica, poco più di 3000 anni fa. Già nel libro della Genesi-Bereshit si legge che, dopo aver sconfitto i cinque re, Abramo scambia benedizioni con Malkitsedec “re di Schalem”, (che è uno dei nomi antichi di Gerusalemme); i Gebusei, da cui Davide prende la città, vantano contro di lui una residenza antica e un patto che li autorizza a restarci. Anche il terreno del Tempio viene comprato da Davide dal loro principe Arauna.

     

    Gli assedi e le battaglie

     

    Se cerchiamo dei documenti fuori dalle Scritture, nella corrispondenza dei faraoni che ci è rimasta, troviamo una lettera di un re di “Urshalaim”, tale Abdi-Heba, che intorno al 1340 AEV chiede soccorso agli egiziani, perché è assediato dai nemici. E’ il primo dei numerosissimi assedi di coloro che cercano di impadronirsi della città: citando solo i principali, quello vincente di Davide contro i Gebusei, quelli respinti Hazael re di Damasco contro Jehu re di Giuda; Sennacherib l’assiro, poi  Nabucodonosor; fra i greci Alessandro, Tolomeo, Antioco, la rivolta maccabea, i romani che conquistarono Gerusalemme già sotto Pompeo, e poi sotto Tito e Adriano, i parti, gli arabi di Umar, i sassanidi, i Crociati, Saladino, i mongoli, gli ottomani, i britannici con Allenby e finalmente lo stato di Israele nel 1967. Insomma probabilmente oggi al mondo non vi sono capitali che abbiano una storia più antica di Gerusalemme, ma neanche città che siano state tanto spesso contese e combattute.

     

    Perché?

     

    Le ragioni di questa pericolosa attrattiva della “città santa” sono diverse. Innanzitutto conta proprio il suo carattere di luogo santo:  per l’ebraismo, ma anche per il cristianesimo, visto che vi si concluse la vita di Gesù e perfino per l’islam, che anche su questo riprende molto dalle prime due religioni. E chiaro che controllare una città meta di pellegrinaggio e luogo di preghiera, dove convergono folle importanti, è un fatto anche politicamente importante. E però se per gli ebrei Gerusalemme è sempre stato il centro sociale oltre che religioso e se i crociati vi hanno basato un regno, l’islam, per i nove secoli circa che l’ha posseduta, non ne ha mai fatto una capitale politica o un centro di vita religiosa particolarmente importante. Oggi la rivendica, ma a lungo l’ha lasciata nella povertà e nel disinteresse.

     

    Un centro strategico

     

    Vi è però anche una dimensione geopolitica vera e propria. La città sorge sul punto dominante e più stretto della cresta di colline della Giudea e Samaria. Controlla dunque le tre strade che portano da nord a sud nel centro della “Mazzaluna fertile” fra Mesopotamia ed Egitto: la difficile strada della valle del Giordano e dell’Aravà; quella più facile “dei patriarchi” che corre sulle colline (dalla Galilea ad Afula, in antichità Megiddo, a Nablus, che in tempi biblici era Shechem, a Gerusalemme, Betlemme, Hebron, Beer Sheva) e la costiera “Via Maris”, che è impossibile percorrere se Gerusalemme è in mani nemiche. Inoltre Si tratta del passaggio più facile della via trasversale est-ovest da Gerico (dove arrivavano le carovane dall’Arabia) al Mediterraneo, in particolare al porto di Giaffa. Insomma da millenni si tratta del punto di controllo dei traffici fra i due grandi imperi del Medio Oriente e fra Arabia, col Mar Rosso, e Mediterraneo. Alta sulle colline, difficile da catturare, fornita di sorgenti, con lo spazio per una popolazione numerosa, è un luogo strategico che nessuno può ignorare a lungo, se vuole controllare il Medio Oriente. Egiziani e Babilonesi (poi Persiani) ne avevano bisogno per contewndersi l’egemonia sul Medio Oriente, poi Romani e Parti, Arabi e Cristiani, Turchi e Inglesi.

     

    La storia recente

     

    Proibita agli ebrei dai romani dopo la distruzione del II Tempio, la città ha però presto ritrovato una popolazione ebraica, che è rimasta importante nonostante le stragi dei crociati e le persecuzioni islamiche. Da metà dell’Ottocento, quando iniziano i censimenti ottomani, la popolazione ebraica è di gran lunga maggioritaria in città. E’ grazie a benefattori come i Rotschild e i Montefiore che alla fine del secolo Gerusalemme si espande oltre le mura. Nella guerra di liberazione del 1948-49 i giordani conquistano la Città Vecchia e vi operano una violentissima pulizia etnica; ma la parte nuova della città resiste a un difficile assedio e resta ebraica; vi si costruisce la capitale dello stato di Israele. Nel ‘67 anche la parte storica viene liberata. Oggi Gerusalemme è di nuovo teatro di una dura competizione fra la presenza israeliana (in buona parte religiosa, ma anche laica, con un’economia innovativa in forte crescita) e il tentativo palestinista di riprendersi in esclusiva il Monte del Tempio.

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