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    GATZ-NETANYAHU, NULLA DI FATTO. LIEBERMAN: “NON STO CON NESSUNO DEI DUE”

    Si complica ulteriormente la crisi politica in Israle per la formazione di un nuovo governo. Si è concluso infatti con un nulla di fatto l’incontro al vertice tra il leader del partito centrista israeliano Blu e Bianco Benny Gantz e il premier Benjamin Netanyahu per arrivare ad un accordo su un governo di unità nazionale. “Sia detta la verità”, ha scritto Gantz su Facebook dopo la fine delle trattative. “Benjamin Netanyahu rifiuta l’unità e farà di tutto per mandarci alle urne per la terza volta in un anno”. L’ex capo di Stato Maggiore delle forze israeliane ha ricevuto il 23 ottobre il mandato – che scade oggi – dopo che il premier Netanyahu ha fallito nel suo incarico di formare un nuovo governo in seguito alle elezioni del 17 settembre. 

    A rendere la situazione ancora più ingarbugliata le dichiarazioni di Avigdor Lieberman, leader del partito russofono Yisrael Beiteinu, che ha annunciato che non sosterra’ ne’ Benny Gantz ne’ Benjamin Netanyahu come premier d’Israele. Yisrael Beiteinu “non si unira’ ne’ a un governo di maggioranza ristretta ne’ a un governo di minoranza. Qualunque sia il tipo di governo, non sopravviverà”, ha sottolineato Lieberman, puntando il dito contro la “mancanza di leadership” di Gantz e Netanyahu che non sono stati in grado di accantonare i loro interessi per arrivare a un governo di unita’ nazionale. “Uno si e’ rifiutato di accettare il compromesso del presidente Reuven Rivlin, l’altro si e’ rifiutato di abbandonare il suo blocco di destra e messianico”, ha sottolineato il leader ultranazionalista, vero ago della bilancia per formare l’esecutivo. “Non ho lasciato nulla di intentato per cercare di raggiungere un governo di unità come promesso. Se siamo trascinati in nuove elezioni, sara’ a causa della mancanza di leadership”, ha sentenziato Lieberman, convinto che “sian  entrambi colpevoli. L’unica cosa tra noi e un esecutivo sono le agende personali”. La decisione sembra a questo punto aprire la strada all’inevitabile ritorno al voto, le terze elezioni dopo aprile e settembre.

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