L’immagine di un gattino di pelo rossiccio infilatosi nelle intercapedini delle pietre millenarie del Muro del Pianto di Gerusalemme è diventata oggi virale e ha suscitato un diluvio di commenti divertiti, alcuni dei quali ai limiti del sacrilego. Nella fotografia il micio viene ripreso mentre si trova all’interno del muro e ha davanti a sé diversi biglietti votivi ripiegati, come vuole l’usanza dei fedeli ebrei. “Se Il Cairo ha la sua Sfinge, noi adesso possiamo competere col nostro gattino”, ha scritto qualcuno sul web. Un altro ancora, riferendosi ad un recente episodio di cronaca, ha commentato: ”Adesso capisco come e’ che mesi fa e’ caduta all’improvviso una pietra dal Muro”. In quell’episodio una fedele immersa in preghiera mentre era nella Spianata si scanso’ all’ultimo momento e si salvo’ di misura. Giocando con l’idioma locale un altro ha soprannominato il gatto del Muro ‘Geremia’: in ebraico ‘Yir-miau’. I più scettici si sono chiesti se non fosse in realtà un banale fotomontaggio. Ma una ricerca di archivio ha fatto riemergere un filmato di due anni fa che mostrava un altro gatto, pure prigioniero delle pietre, che balzò finalmente a terra dopo che alcuni ebrei ortodossi gli avevano approntato una sorta di ”tappeto di sedie” su cui comodamente planare.