L’Operazione Tzur Israel II dell’Agenzia Ebraica per Israele sì è conclusa alla vigilia di Rosh haShanà. Oltre 300 nuovi immigrati etiopi hanno cominciato la loro nuova vita dopo lunghissima attesa.
Felegu e Abey hanno 35 anni, con i due figli di 6 e 2 anni, sono arrivati nei giorni scorsi ad Ashkelon. Felegu era pronto a lasciare il paese da due decenni ma era rimasto bloccato; il padre e un fratello erano riusciti a partire mentre lui e altri tre fratelli avevano dovuto rimanere in Etiopia, a Addis Abeba. Dopo aver ottenuto un diploma di contabile Felegu era riuscito a trovare un impiego e creare una famiglia, senza mai rassegnarsi all’idea di fare l’alyà.
Simachew, Hatem e i loro tre figli sono anche loro riusciti ad arrivare in Israele grazie all’Operazione Tzur Israel II dopo aver atteso 24 anni. Appartengono ai falasmura, gli eredi di quegli ebrei etiopi che in passato furono costretti a convertirsi al cristianesimo. Nonostante le dure condizioni di vita, sono sempre riusciti a mantenere una forte identità religiosa nel segno delle antiche tradizioni locali. Gran parte dei loro amici della comunità originale dei Beta Israel, che i cristiani etiopi chiamavano in modo spregiativo falasha, in amarico «esiliato» o «straniero», erano stati portati in Israele dal 1980 con tre grandi ponti aerei organizzati nell’ambito delle Operazioni Mosè, Salomone e Giosuè. Novantamila ebrei etiopi furono sottratti alle persecuzioni e alle privazioni alle quali erano stati condannati dal dittatore Menghistu Hailè Mariam, la leggenda vuole fossero gli eredi degli ebrei nati dall’unione di Re Davide e la Regina di Saba, ma le origini sono incerte.
Nel 2018, il governo israeliano aveva autorizzato l’arrivo di un migliaio di immigrati, poi il dossier si era fermato per venire ripreso nel 2020. Grazie al costante impegno della ministra per l’Alyà e I’Integrazione Pnina Tamano-Shata, di origini etiope e prima donna del suo gruppo sociale ad aver ottenuto un seggio alla Knesset nel 2013, a fine 2021 il governo israeliano aveva autorizzato l’arrivo di altri 3.000 ebrei etiopi parenti di primo grado degli ebrei arrivati in passato nello Stato ebraico dall’Etiopia.
Doron Almog, neoeletto Chairman di Sochnut, ai primi di settembre, con un nutrito gruppo di dirigenti e di membri delle federazioni ebraiche del Nord America, è volato a Gondar antica capitale imperiale dell’Etiopia, per definire gli ultimi dettagli logistici e organizzativi.
Simachew si fa portavoce dei nuovi olim:“Israele ci ha accolti nel migliore dei modi, nel 5783 noi e i nostri figli scriveremo una nuova splendida pagina della nostra vita, nella nostra terra. Grazie all’operazione Tzur Israel, la Rocca d’Israele, i nostri sogni sono diventati una realtà.”