Benjamin Netanyahu difende la decisione di sciogliere la Knesset, a meno di due mesi dalle elezioni del 9 aprile, per andare nuovamente alle urne il 17 settembre. “Non ho risparmiato nulla per evitare queste elezioni non necessarie”, ha detto il premier, dopo il fallimento dei suoi tentativi di costruire una coalizione in grado di sostenere un nuovo governo a guida Likud. Israele, ha proseguito Netanyahu, è costretto a un nuovo “inutile” voto perché “la gente si è già espressa, ma non si è espressa abbastanza secondo il signor Liberman”. Il riferimento è all’ex alleato Avigdor Liberman, leader del partito della destra laica Ysrael Beytenu, che ha ripetutamente rifiutato le proposte del premier. Lo scoglio è rappresentato dalla volontà di Liberman di non arretrare di un passo sulla legge che obbliga anche i giovani ebrei ultraortodossi al servizio militare. Un provvedimento che viene osteggiato dagli altri partiti della destra religiosa che avrebbero dovuto far parte della coalizione assemblata da Netanyahu. Altro motivo di contrasto nell’attuale Knesset, il tentativo del Likud di fare avanzare l’iter di una legge che metterebbe Netanyahu al riparo dall’inchiesta per corruzione nella quale è coinvolto. Senza i 5 deputati del partito di Liberman, il premier, vincitore delle elezioni del 9 aprile con 35 seggi, non è in grado di avere la maggioranza dei 120 seggi della Knesset. Netanyahu è ora accusato di non aver voluto concedere una chance per la formazione di una maggioranza alternativa al rivale Benny Gantz, leader del partito Blu e Bianco, preferendo forzare lo scioglimento del Parlamento. Per Gantz, riporta la stampa israeliana, Netanyahu ha optato per altri “tre mesi folli” di campagna elettorale che porteranno allo spreco di milioni di dollari.
Altrettanto duro il giudizio espresso da Avigdor Lieberman che ha respinto le accuse di essere il responsabile del ritorno alle elezioni. Lieberman ha accusato il Likud di volerlo screditare e di aver tentato, durante le consultazioni per il nuovo governo, di portare via dal suo partito i deputati eletti. “L’uomo di Cesarea (zona residenziale dove vive Netanyahu, ndr) – ha ironizzato Lieberman – chiama me, che vivo a Nokdim (un insediamento ebraico in Cisgiordania, ndr), un sinistrorso!”. Poi ha sottolineato le “azioni di sinistra” compiute invece da Netanyahu: il voto favorevole all’evacuazione da Gaza nel 2005, le scuse a Erdogan e il permesso ad Hamas, lo scorso mese, di ricevere 30 milioni di dollari dopo 700 razzi lanciati su Israele. Lieberman si è augurato di ottenere al prossimo voto un alto consenso e ha spiegato che “appoggerà un