Il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato il lockdown totale per i primi giorni della settimana di festività di Pesach, la Pasqua ebraica, che avrà inizio al tramonto di mercoledì. Per evitare che si ripeta una diffusione di massa dei contagi, come avvenuto dopo la festività di Purim, all’inizio di marzo, gli israeliani non potranno allontanarsi dai propri quartieri dalle 20 di martedì fino alle 8 di venerdì. Gli israeliani non potranno invece lasciare le proprie abitazioni a partire dalle 19 di mercoledì, fino alle 8 del giorno successivo.
Il divieto di uscire di casa per riunirsi con amici o parenti la sera di Pesach è una decisione che non ha precedenti non solo nella storia di Israele, ma anche nella storia trimillenaria del popolo ebraico.
La cena del Seder è infatti uno dei momenti più importanti dell’anno per una famiglia ebraica, durante la quale le famiglie allargate si riuniscono intorno alla tavola per la lettura dell’Hagdadah, che narra l’uscita del popolo ebraico dell’Egitto. Tradizionalmente il più piccolo della famiglia pone una serie di domande rituali ai più anziani, ma quest’anno tutto sarà diverso: si vuole evitare di riunire nonni, nipoti, zii e cugini. “Vogliamo che ciascuno abbia un Seder con la famiglia con la quale vive, senza movimenti di famiglie”, ha spiegato il ministro dell’Interno Arye Deri.
Intanto il comune di Gerusalemme ha annunciato che mercoledì distribuirà in tutti i quartieri contenitori speciali per raccogliere il chametz, ovvero i cibi lievitati che, per tradizione, vanno eliminati da casa prima di Passover. Quest’anno è vietato bruciare il chametz, come è sempre stato uso, per evitare assembramenti. Sarà il comune di Gerusalemme ad assicurare che tutto venga poi incenerito.
Intanto cresce il numero dei contagiati: con 102 nuovi casi di coronavirus, Irsaele ha superato la soglia di 9.000 contagi.