Il ministro israeliano delle Costruzioni, Yaacov Litzman, ha annunciato oggi le proprie dimissioni dal governo perché contrario al nuovo confinamento che il governo si appresta ad imporre di fronte all’aumento dei casi di contagio da Coronavirus. L’ex ministro della Salute esponente ultraortodosso del partito Giudaismo Unito nella Torah ha detto di essersi pronunciato ripetutamente contro un lockdown in occasione delle imminenti festività di Roshashanah e dello Yom Kippur. “Il mio cuore è con le migliaia di ebrei che vanno alla sinagoga una volta l’anno e questo anno non potranno farlo per il confinamento”, ha dichiarato. Il ministero della Salute ha proposto che il confinamento inizi il 18 settembre alle 18, quindi alla vigilia delle celebrazioni dell’anno nuovo il Rosh Hashana e coinvolgono anche lo Yom Kippur, il 27 settembre.
Secondo il quotidiano Haaretz, Litzman si e’ mosso in maniera indipendente dal resto del suo partito e non ha coordinato le sue dimissioni con i colleghi, quindi resta da vedere se questo avra’ implicazioni per la stabilita’ del governo guidato da Netanyahu.
Approvata dal gabinetto ristretto giovedi’ scorso, il nuovo lockdown prevede tre fasi, e almeno le due settimane iniziali con rigide restrizioni: circolazione limitata a 500 metri da casa, scuole e aziende chiuse (tranne che per i servizi essenziali), limitazioni al lavoro sul posto, incoraggiamento al telelavoro. Secondo la stampa locale, altri ministri si oppongono a queste misure drastiche per gli effetti che avranno sulla gia’ indebolita economia israeliana, che registra una disoccupazione del 21% contro il 3,3% di febbraio. Il ministero delle Finanze ha stimato che ci potrebbero essere perdite economiche per circa 5 miliardi di euro.
In Israele si contano 153.217 casi e 1.103 morti e nelle ultime settimane la media giornaliera di contagi ha superato quota 3.000.