Il governo israeliano ha parzialmente allentato le misure di contenimento dell’epidemia di coronavirus, ma ha mantenuto l’obbligo di indossare la mascherina in pubblico. Saranno permesse preghiere pubbliche, ma solo all’aperto, con un massimo di 19 persone e mantenendo due metri di distanza fra i fedeli. Sono poi state decise una serie di aperture, che devono avvenire nel rispetto delle misure e le distanze di sicurezza: è previsto il ritorno al lavoro del 30% degli impiegati, rispetto all’attuale 15%, e potranno riaprire librerie, negozi di elettronica, ottica e forniture per ufficio. Le scuole con programmi speciali potranno riaprire ma solo con classi di tre alunni, mentre fino a tre famiglie potranno mettersi d’accordo per la custodia comune di bambini piccoli. Infine sarà possibile fare sport in coppia e fino a 500 metri da casa, non più solo 100. Su una popolazione di 9 milioni di persone, ISRAELE ha registrato 13.362 contagi di covid-19, con 3.564 guarigioni. I morti sono 171. I malati gravi sono 156 (un calo del 6,6% rispetto a ieri) e fra di loro quelli in rianimazione sono 109 (- 7,6 %). La città più colpita dalla pandemia resta Gerusalemme (900 mila abitanti) con 2.579, contagi seguita dalla cittadina ortodossa di Bnei Brak (200 mila abitanti) dove i casi positivi sono 2.307. A Tel Aviv (450 mila abitanti) i malati accertati di coronavirus sono oggi 500.