Il governo israeliano ha ordinato la chiusura delle sinagoghe e vietato ai cittadini di allontanarsi più di cento metri dalle loro abitazioni, nell’ambito di una nuova serie di misure restrittive per contrastare il contagio del coronavirus, che entrano in vigore oggi alle 17 (le 16 in Italia). Al momento 2.170 israeliani sono stati contagiati, cinque sono morti e 37 sono in gravi condizioni. I cittadini potranno uscire da casa solo per fare la spesa e nel caso siano autorizzati a recarsi al lavoro. Sono possibili poche altre eccezioni per motivi medici, di cura delle persone o delle emergenze. Per matrimoni, funerali e circoncisioni non possono esservi più di dieci partecipanti, con una distanza di due metri fra le persone per quanto possibile. Sono chiusi negozi non essenziali e parchi, si può passeggiare solo entro cento metri da casa e agli ultra sessantenni è raccomandato di non uscire. La chiusura delle sinagoghe è una misura particolarmente importante perché vi sono state molte frizioni con comunità ultraortodosse, che hanno continuato a riunire fedeli in violazione delle direttive sulla distanza fra le persone. Secondo un’analisi del Centro nazionale per la lotta al Coronavirus il 29% di chi ha contratto il Covid-19 all’interno d’ISRAELE e fuori dalla propria abitazione è stato contagiato in sinagoga o in una scuola religiosa. A quanto riporta Times of Israel, il ministro della Salute, l’ultraortodosso Yaakov Litzman , si era opposto alla chiusura dei luoghi di culto. (Cif/AdnKronos)