Chi segue un po’ la politica israeliana certamente si ricorda di Hanin Zoabi, che è stata per una decina d’anni, dal 2009 al 2029, la più nota deputata alla Knesset del partito arabo Balad, nazionalista di sinistra, dal 2015 confluito nella lista araba unitaria. Laureata all’Università di Gerusalemme in comunicazione, la Zoabi ha sfruttato la sua competenza sui media per richiamare l’attenzione su di sé e sulla propaganda antisraeliana che le interessava. Ha più volte fatto scandalo, sostenendo l’armamento nucleare iraniano, incontrandosi pubblicamente con le famiglie dei terroristi, dando la sua approvazione del rapimento dei tre studenti del 2014, che poi si concluse con la loro uccisione. Il suo gesto più clamoroso fu la partecipazione nel 2010 alla flottiglia turca che cercò di forzare il blocco navale di Gaza, proprio sulla nave “Mavi Marmora” che fu teatro del tentativo di linciaggio dei militari israeliani saliti a bordo per prenderne il controllo secondo la legge internazionale. Le sue provocazioni portarono due o tre volte a un voto della commissione di controllo delle candidature alla Kneset che decise di escluderla dalle liste elettorali secondo la legge, in quanto legata al terrorismo; ma poi questa decisione venne sempre annullata dalla Corte Suprema. Alla fine Zoabi non venne più ripresentata dal suo partito nelle elezioni dell’aprile del 2019, né a quelle successive. Molti se ne chiesero la ragione, senza che emergesse una risposta precisa.
Adesso però la storia si è chiarita. Zoabi e altri 12 imputati, alcuni dei quali ex alti funzionari del partito Balad, sono stati condannati lunedì dalla corte distrettuale di Nazareth per reati di frode e falso, relativamente ai finanziamenti elettorali della loro lista.. La condanna è il risultato di un patteggiamento in cui gli imputati si sono dichiarati colpevoli dei reati loro contestati e accettando condanne concordate con l’accusa, comprese pene detentive che saranno eseguite nei servizi sociali, libertà vigilata e sanzioni pecuniarie varie. Le accuse di corruzione si riferiscono ad azioni fraudolente commesse durante la campagna elettorale del partito politico arabo-israeliano del 2013, dopo la quale i fondi raccolti dal partito sono stati riportati in maniera scorretta.
Il partito Balad è stato riconosciuto colpevole di aver riferito che poco meno dell’equivalente di un milione di euro era stati donati da centinaia di donatori in Israele, quando in realtà i fondi vennero ricevuti da altre fonti, sia in Israele che all’estero, compresi dei paesi arabi. Il tribunale non ha reso pubblici quali siano questi stati, ma è facile immaginarlo: un leader precedente del partito e deputato alla Knesset, Azmi Bishara, cui Zoabi è molto legata, indagato per spionaggio fuggì da Israele ed è vissuto fra Siria e Qatar. Secondo la condanna, i funzionari del partito hanno falsificato migliaia di ricevute e fabbricato un elenco di donatori inesistenti per rispettare le leggi finanziarie elettorali. La maggior parte delle attività fraudolente ha avuto luogo nel 2013, ma la contraffazione è continuata per tutto il 2016.Oltre alla violazione della legge elettorale, i membri del Balad hanno commesso una serie di reati finanziari, tra cui riciclaggio di denaro, false segnalazioni, contraffazione, e numerose violazioni della legge sul finanziamento dei partiti politici. Altri 35 funzionari sono stati arrestati e interrogati in relazione al caso di corruzione.