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    Attentato a Tel Aviv: gesto premeditato. Parini ucciso nell’impatto con l’auto

    Inizia a
    delinearsi nei dettagli il quadro della dinamica dell’attentato di venerdì
    sera, in cui è morto l’avvocato italiano Alessandro Parini, nel suo primo
    giorno di vacanza in Israele.

    Già prima
    dell’autopsia, l’Istituto di medicina legale di Abu Kabir ha smentito la
    versione avanzata da alcuni media italiani, di ferite da arma da fuoco, anche
    alla testa, sul corpo del 35enne romano. Nessun proiettile è stato rinvenuto
    dalla tac sul corpo di Parini. Sui media israeliani, che citano fonti della
    polizia, iniziano a trapelare anche i risultati degli esami sulla salma. Le
    ferite alla testa e alla schiena sono compatibili con il violento impatto
    dell’auto guidata dall’arabo israeliano Yousef Abu Jaber, che ha travolto e
    ucciso il ragazzo.

    L’attenzione
    adesso si rivolge all’attentatore, all’autopsia che sarà eseguita anche sul suo
    corpo, per ricostruire ciò che ha portato all’atto omicida. Dall’esame della
    Kia di Abu Jaber, la polizia, sentita dal quotidiano Haaretz, ha escluso la
    possibilità di un incidente stradale e si rafforza l’idea che il gesto sia
    stato premeditato. Starà allo Shin Bet, che sta indagando, verificare l’ipotesi
    terroristica, che la famiglia del 44enne arabo israeliano continua a escludere.

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