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    Assalto all’aeroporto: in Daghestan è caccia all’ebreo

    Un volo proveniente da Israele e diretto nel
    Daghestan russo è stato costretto a cambiare destinazione a causa di un assalto
    da parte di manifestanti propalestinesi che hanno fatto irruzione
    nell’aeroporto, urlando minacce contro gli ebrei.

    Sessanta manifestanti sono stati fermati dopo essere
    entrati con forza nell’aeroporto di Makhachkala, capitale della Repubblica
    russa del Daghestan, e aver preso di mira i passeggeri di un aereo israeliano
    proveniente da Tel Aviv. Nove poliziotti sono stati feriti, centocinquanta
    manifestanti sono stati identificati.

    I piloti erano stati informati della presenza dei
    manifestanti ed hanno quindi dovuto deviare l’aereo verso un aeroporto vicino.
    Tuttavia, anche in questo nuovo aeroporto si sono verificati scontri e ai
    passeggeri è stato chiesto di rimanere all’interno dell’aereo fino all’arrivo
    della polizia.

    Sui video diffusi da diversi media è possibile
    vedere una folla agguerrita che gira per l’aeroporto urlando «Diteci dove sono
    gli ebrei!» e altri slogan e minacce antisraeliani e antisemiti. In uno
    di questi video, un manifestante grida «Siamo qui per gli ebrei, siamo venuti
    ad ucciderli». Su Telegram circolano filmati che mostrano manifestanti che
    urlano «Allahu Akbar» fermando anche le macchine per controllare i documenti
    dei passeggeri e assicurarsi che non siano ebrei o israeliani.

    L’ufficio del Primo ministro e il ministero degli
    Esteri israeliano stanno monitorando la situazione: «Lo Stato di Israele prende
    molto sul serio i tentativi di ferire cittadini israeliani ed ebrei ovunque».

    Nel frattempo, sempre in Daghestan, a Khasavyurt, i
    manifestanti si sono recati anche in un hotel in cui alcuni israeliani hanno
    cercato rifugio. Un residente del Daghestan, intervistato dalla stazione radio
    ECHO FM ha dichiarato : «Sono entrato in ogni stanza e controllato ogni
    persona. Ho guardato i passaporti e controllato che la faccia corrispondesse al
    passaporto. Non ci sono ebrei qui, fratelli, siete stati provocati. Dobbiamo
    andare a casa. Bravi a tutti quanti!».

    Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha
    sottolineato che questo non è stato un incidente isolato e sui social media ha
    pubblicato un post facendo riferimento a commenti antisemiti proferiti da
    alcune autorità russe. «L’antisemitismo russo e l’odio contro le altre nazioni
    sono sistemici ed hanno radici profonde. L’odio porta all’aggressione e al
    terrore. Dobbiamo lavorare insieme per opporci al terrore».

    In seguito agli eventi violenti di domenica, il
    rabbino capo della Russia Berel Lazar ha affermato che «Viviamo in tempi molto
    difficili e sfortunatamente nelle ultime settimane le difficoltà sono
    aumentate. Attacchi terroristici, conflitti tra Paesi, intere regioni sono
    travolte da una violenza che sembra senza fine. Invece della pace e della
    comprensione reciproca, dell’aiuto comune per uno sviluppo condiviso, tensioni,
    odio e le atrocità stanno aumentando. Intere città, ed in alcuni luoghi anche
    Paesi, stanno cadendo sotto il controllo di terroristi che commettono crimini
    contro l’umanità».

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