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    Amos Oz: addio a scrittore israeliano, sepolto nel kibbutz

    Lo scrittore Amos Oz, morto il 28 dicembre a 79 anni per un tumore, è stato sepolto oggi in forma privata nel kibbutz Hulda (nel sud di Israele) dove aveva vissuto a lungo. In precedenza il suo feretro era stato esposto, per un ultimo addio, nel ‘Teatro di cultura progressista Tzavta’ di Tel Aviv: un punto di riferimento storico per la sinistra israeliana. Centinaia di persone sono sfilate per rendergli omaggio: fra queste esponenti della politica e del mondo della cultura. Anche il presidente palestinese Abu Mazen, da Ramallah, ha voluto dedicargli ultimo pensiero. “Ho appreso della sua morte con profondo dolore – ha scritto in un messaggio personale ai familiari di Oz. – Aveva combattuto in difesa dei diritti e delle giustizia, anelava alla pace e ad una vita in dignità. Il suo contributo culturale e di idee è stato grande”. Grande estimatore di Oz e anche compagno nei banchi di scuola, il capo di Stato israeliano Reuven Rivlin (Likud) ha rilevato che per alcuni lo scrittore era “il Dostoevskji del popolo ebraico”. Rivlin ha ricordato gli anni in cui erano vicini di casa e compagni di scuola. Politico conservatore, il presidente israeliano ha voluto sottolineare come Oz, scrittore impegnato per la pace con i palestinesi, sia stato un punto di riferimento per l’intero paese. Rivlin ha raccontato di aver detto ad un ex ministro di sinistra, Yossi Sarid, di avere l’impressione che il libro “Una storia di amore e di tenebra” parlasse di lui stesso. No, gli aveva risposto Sarid, “parla di tutti noi”. “Proprio perchè la tua scrittura era così umana e universale, tu sei riuscito a raccontare la nostra storia in posti lontani dal nostro piccolo paese”, ha detto ancora il presidente rivolgendosi all’amico scomparso. 

    Ma altri ancora, ha ammesso, non esitavano a biasimarlo per le sue posizioni politiche, fino a chiamarlo “traditore”. “Non avevi mai alcun timore di essere in minoranza – ha proseguito, rivolgendosi idealmente a Oz. – Né temevi si essere bollato come traditore. Lo vedevi come un titolo di onore: era un appellativo già lanciato a Gerusalemme duemila anni fa contro il profeta Geremia”. Oz menzionava in questo contesto altri “traditori” celebri: Lincoln, Churchill, De Gaulle, Ben Gurion, Sadat, Rabin. Da parte sua la figlia, Fania Oz-Zalzberger, ha assicurato che la speranza di pace espressa per decenni dal padre non è andata perduta con la sua morte, in quanto le sue parole – a suo parere – continueranno ancora a lungo a penetrare negli animi.

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