In una lettera aperta indirizzata a Papa Francesco, il Ministro israeliano della Diaspora e contro l’antisemitismo, Amichai Chikli, ha espresso profonda preoccupazione per alcune recenti dichiarazioni e gesti del Pontefice. Chikli ha esortato il Papa a chiarire la sua posizione riguardo alle accuse di genocidio rivolte a Israele e a riflettere sulle implicazioni delle narrazioni che rischiano di distorcere la storia e il legame millenario tra il popolo ebraico e la Terra d’Israele.
Chikli apre la sua lettera ricordando che Betlemme, città natale di Gesù, è un luogo profondamente legato alla storia ebraica. “Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode”, scrive, citando il Vangelo secondo Matteo. Il ministro sottolinea che Betlemme è anche il luogo in cui Rachele, una delle matriarche ebraiche, morì dando alla luce Beniamino. Rievocando il passato, Chikli menziona la rivolta di Bar Kochba (132-135 d.C.) contro l’Impero Romano, un momento cruciale nella storia del popolo ebraico. “Lo storico romano Dione Cassio descrive come 985 villaggi ebraici furono distrutti, e 580 mila uomini persero la vita in battaglia”, scrive Chikli, evidenziando come l’imperatore Adriano cercò di cancellare ogni traccia del legame tra gli ebrei e la loro terra, rinominando la Giudea in “Syria Palaestina” e Gerusalemme in “Aelia Capitolina”.
Il cuore della lettera è però dedicato alle recenti dichiarazioni di Papa Francesco, che, secondo Chikli, rischiano di alimentare narrazioni pericolose. “Lei ha affermato che le accuse di genocidio a Gaza dovrebbero essere ‘esaminate attentamente’”, scrive il ministro, aggiungendo: “In quanto popolo che ha perso sei milioni di suoi figli nell’Olocausto, siamo particolarmente sensibili alla banalizzazione del termine ‘genocidio’, che si avvicina pericolosamente alla negazione dell’Olocausto”. Chikli denuncia anche il ruolo di organizzazioni come Amnesty International, che nel suo rapporto avrebbe falsamente affermato che Israele ha lanciato un attacco non provocato contro Gaza il 7 ottobre 2023. “In quella terribile giornata, Israele non ha attaccato Gaza. È stato invece oggetto di un’aggressione senza precedenti da parte di Hamas”, chiarisce il ministro, elencando le atrocità commesse durante l’attacco, tra cui massacri, stupri e rapimenti di civili innocenti.
Rivolgendosi direttamente al Papa, Chikli ricorda l’importanza di combattere la disinformazione e di preservare la verità storica. “Il silenzio del Vaticano durante i giorni bui della Shoah è ancora assordante”, scrive, sottolineando che è necessario evitare che la storia si ripeta. Chikli conclude la sua lettera con un appello a Papa Francesco affinché chiarisca la sua posizione e rafforzi il dialogo tra il Vaticano e il popolo ebraico: “Sappiamo che lei è un caro amico del popolo ebraico. Apprezziamo i suoi sforzi e desideriamo approfondire il rapporto tra il Vaticano e lo Stato di Israele, così come tra il popolo cristiano e quello ebraico”.
Il 2025 segnerà il 60° anniversario della Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II, un documento fondamentale che ha trasformato il rapporto tra cristiani ed ebrei. Chikli auspica che questo anniversario possa rappresentare un’occasione per rinnovare l’impegno verso la verità e il rispetto reciproco. “Verità e D-o sono una cosa sola”, conclude Chikli, affidando al Pontefice la responsabilità di utilizzare la sua influenza per promuovere giustizia e riconciliazione.
Amichai Chikli al Papa: “Chiarisca le sue dichiarazioni su Israele. Accuse di genocidio infondate e pericolose”
Il Ministro israeliano: “Il silenzio del Vaticano durante la Shoah è ancora assordante”