Addio a Moshe Arens, ex
ministro israeliano degli esteri e della
Difesa, mentore dell’attuale primo ministro Benyamin Netanyahu e fra i padri
dell’aeronautica del suo paese, scomparso all’età di 93 anni. Arens “ha
fatto cose straordinarie per rafforzare la posizione dello stato
d’Israele”, ha commentato Netanyahu, che ha salutato il suo maestro
chiamandolo affettuosamente col suo soprannome. “Misha – ha detto – ti
volevo bene come un figlio ne vuole al padre”. Nato nel 1925 a Kaunas, in
Lituania, Arens emigrò con la famiglia negli Stati Uniti nel 1939. Dopo aver
combattuto nell’esercito americano durante la seconda guerra mondiale, si
trasferì in Israele, dove entrò a far parte dell’organizzazione paramilitare
dell’Irgun e del partito Herut (antenato dell’attuale Likud di Netanyahu). Dopo
la nascita d’Israele, Arens completò i suoi studi di ingegnere aeronautico
negli Stati Uniti. Fra il 1962 e il 1972 fu il direttore generale delle
industrie aeronautiche israeliane.
Diventato deputato nel 1973,
Arens rifiutò di diventare ministro degli Esteri negli anni ottanta perchè si
opponeva alla pace con l’Egitto. Ambasciatore a Washington fra il 1982 e il 1983,
fu il mentore del suo giovane assistente Netanyahu, sostenendo la sua nomina ad
ambasciatore all’Onu nel 1984. Nel 1983, Arens tornò in Israele come titolare
della Difesa al posto di Ariel Sharon, travolto dalla guerra col Libano. Ministro
della Difesa per tre volte, fra il 1983 e il 1984, fra il 1990 e il 1992 e per un
breve periodo nel 1999, Arens è stato anche ministro degli Esteri fra il 1988 e
il 1990, con Netanyahu come suo vice. Nazionalista, conservatore, considerato
un uomo di rigidi principi, Arens era contrario ad una pace con due stati,
preferendo la concessione della cittadinanza ai palestinesi nel quadro di uno
stato bi-nazionale. Recentemente si era opposto alla legge sullo stato nazione,
sostenendo la necessità di una maggiore tutela delle minoranze. (Cif/AdnKronos)