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    A Tel Aviv in migliaia per manifestare solidarietà all’Ucraina

    Tel Aviv. Le migliaia di persone che ieri sera, al termine dello Shabbat, hanno percorso Sderot Rothschild fino a Kikar HaBima protestavano sia in solidarietà dell’Ucraina, contro l’invasione russa, sia per sollecitare una reazione più decisa del governo israeliano alle azioni di Putin in Europa orientale. Dopo aver marciato per le strade del centro, una gigantesca bandiera ucraina, sorretta da decine di persone, è stata distesa proprio all’ingresso dell’Auditorium Charles Bronfman. A issare vessilli blu e gialli c’erano le comunità di immigrati dalla Russia e dall’Ucraina ma anche tanti cittadini preoccupati e delusi, dopo tre giorni di aggressioni e guerra.

     

    Tutto intorno al sicomoro di Kikar HaBima, cartelli in cirillico, ebraico e inglese. “Stop War” e “Stop Putin” ma anche “Le preghiere non sconfiggeranno il fascismo, date loro armi anticarro”, e “Europa svegliati!”. L’organizzazione di protesta Israeli Friends of Ukraine, fondata da Vyacheslav Feldman, ha dichiarato al Times of Israel che la priorità della manifestazione era certamente fermare la guerra. Ma altrettanto importante è che il governo israeliano si schieri più chiaramente. Nessuno ha da ridire sull’assistenza umanitaria. L’Agenzia Ebraica, che negli ultimi giorni ha ricevuto migliaia di richieste da parte di cittadini ucraini sull’immigrazione in Israele, ieri ha reso noto di aver istituito sei postazioni per l’accoglienza delle pratiche di aliya ai confini dell’Ucraina con Polonia, Moldavia, Romania e Ungheria. E ieri notte l’Unità Hatzalah dello Sheba Medical Center ha inviato un team in Moldavia per offrire cura e soccorso ai rifugiati ucraini. 

    Ma ciò di cui l’Ucraina ha bisogno adesso, dice il leader degli Amici Israeliani dell’Ucraina,   sono armi difensive. Invece, mentre la Russia attacca, Israele ha evitato di esporsi. Gli analisti ritengono che ciò sia dovuto, almeno in parte, alla necessità di collaborare con la presenza militare russa nella vicina Siria per poter continuare a colpire obiettivi e avamposti dell’Iran. Giovedì scorso il ministro degli Esteri Yair Lapid ha emesso una condanna più chiara nei confronti di Mosca, definendo l’invasione “una grave violazione dell’ordine internazionale”. Ma il primo ministro Naftali Bennett ha evitato di menzionare la Russia per nome nelle sue dichiarazioni. Intanto ci sono circa 200 mila persone in Ucraina che rispondono ai requisiti per immigrare in Israele, secondo la legge sul ritorno. In tutto il 2021, in poco più di 3.100 hanno lasciato l’Ucraina per Israele. Adesso i funzionari israeliani si stanno preparando ad accettarne diverse migliaia, come accadde subito dopo l’invasione russa della Crimea nel 2014.

     

    Questa mattina al gabinetto di governo si discuterà sugli sviluppi dell’accoglienza degli ebrei ucraini, alla presenza del ministro della diaspora Nachman Shai e quella dell’Immigrazione Pnina Tamano-Shata.

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