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    “Il Monte del Tempio è nelle nostre mani” – 55 anni di Gerusalemme unificata

    Oggi celebriamo Yom Yerushalaim, la festa di Gerusalemme, il 55° anniversario della liberazione dall’occupazione giordana di Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato d’Israele. Dopo diciannove interminabili e terribili anni in cui la città era stata teatro d’incuria, angherie e scorribande il generale Motta Gur alla guida della cinquantasettesima brigata dei paracadutisti dell’esercito israeliano irruppe oltre le linee nemiche attraverso la Porta dei Leoni a nord del monte del Tempio e liberò Gerusalemme. “Har haBait beyadeinu”, “il Monte del Tempio è nelle nostre mani”, l’annuncio di Gur alla radio israeliana realizzava un sogno millenario, portava al popolo ebraico un’immensa gioia, pari solo alle parole pronunciate da David Ben Gurion nella dichiarazione d’Indipendenza d’Israele del maggio 1948.

     

    Oggi è un giorno di festa per tutti coloro che amano Gerusalemme, non solo per gli ebrei. Chi pensasse di tornare a una divisione della città, commetterebbe non solo un errore storico, ma un crimine culturale e umanitario, come chi volesse di nuovo dividere Berlino in due parti con un muro in mezzo.  

     

    Dove un tempo si sparava e crescevano le erbacce, oggi ci sono giardini, centri culturali, meravigliosi scavi archeologici. Dove c’erano divieti e intolleranze oggi c’è libertà e apertura, dove si negava la storia, oggi la si studia e la si esplora. I volti di Gerusalemme sono tanti, tantissimi, forse infiniti. Gerusalemme assume aspetti diversi a seconda dell’animo del visitatore. C’è la Gerusalemme dei turisti, delle cartoline, dei dipinti oleografici, ma c’è anche una Gerusalemme più intima fatta di pietre, di gradini, di vicoli e vicoletti.

     

    Gerusalemme è un tesoro dell’umanità intera, da un certo punto di vista, come pensavano gli antichi, il centro del mondo. Perché continui ad esserlo, deve stare nelle mani di chi l’ha costruita, fondata e rifondata, di chi l’ha messa al centro della propria tradizione religiosa, il popolo ebraico. Il Monte del tempio nelle nostre mani, come diceva il generale Gur, è Gerusalemme per tutta l’umanità. Gerusalemme è la nostra capitale da tremila anni, qui per quasi mille anni ha avuto sede il Tempio, il solo spazio in cui la realizzazione della vita prescritta dalla Torà sia interamente possibile, perché solo al Tempio si possono mettere in pratica molti dei comandamenti, mitzvot, contenuti nella Torà.  

     

    Dal Salmo 137, all’Hatikwa, l’inno dello Stato d’Israele, dalle preghiere quotidiane pronunciate nella sua direzione, alla rottura del bicchiere durante la cerimonia nuziale ebraica, Gerusalemme è sempre nei nostri cuori. 

     

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