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    ‘’Raccontiamo al mondo il 7 ottobre con le testimonianze dirette’’

    Intervista al creatore del sito october7.org, il sito internet che raccoglie i racconti dei sopravvissuti al pogrom jihadista

     

    Subito dopo il pogrom del 7 ottobre, due fratelli israeliani, Raz Elispur e sua sorella Adi Clinton, hanno iniziato a raccogliere le testimonianze spontanee “a caldo” dei sopravvissuti all’attacco terrorista di Hamas per restituirle ai lettori di tutto il mondo attraverso il sito internet October7.org. Immagini e filmati corredano un materiale sconcertante che parla di morte, devastazione e sopravvivenza. Un racconto di una moltitudine di voci che compone il ritratto del “subito dopo” senza filtri. Un team di volontari sta traducendo le testimonianze in molte lingue (anche in italiano). Shalom ha intervistato Raz, che spiega l’importanza di raccontare in una narrazione immediata dell’orrore subito dagli israeliani.

     

    Da dove nasce l’idea di creare il sito October7.org?

    October7.org è stato creato il 9 ottobre 2023 come reazione a un senso collettivo di impotenza durante la lettura delle devastanti storie dei sopravvissuti. Non aveva senso che solo chi parlasse ebraico avesse accesso a queste testimonianze che emergevano ovunque sui social media. Dovevano essere condivise con il mondo.

     

    Credi che le testimonianze dei sopravvissuti siano utili per il futuro? Perché?

    “Dobbiamo ricordare affinché ciò non accada mai più” è stato detto più volte in relazione alla Shoah, e purtroppo siamo di fronte agli atroci eventi del 7 ottobre e alla crudeltà dei terroristi di Hamas, paragonata in varie occasioni a quella dei nazisti. Per decenni, l’educazione sulla Shoah ha fatto molto affidamento sulle testimonianze dei sopravvissuti, nella convinzione che ascoltarle direttamente da loro fosse essenziale per evitare possibili futuri genocidi. Crediamo che nel mondo le persone debbano sapere cosa è successo in quel giorno orribile e pensiamo che october7.org abbia un grande valore nella documentazione delle storie autentiche dei testimoni oculari di quel massacro. Non sappiamo ancora quale sarà l’impatto che le testimonianze dei sopravvissuti avranno in tribunale, per qualsiasi futura discussione sui crimini contro l’umanità, ma stiamo collaborando con vari dipartimenti di Storia delle università in Israele e nel mondo, che hanno richiesto l’accesso a questi documenti.

     

    Con un team internazionale di volontari state traducendo le testimonianze in molte lingue. Qual è stata la reazione dei lettori israeliani e di quelli internazionali?

    In tutto il mondo la gente è scioccata nell’apprendere e leggere le storie dei sopravvissuti, ma dicono di non riuscire a smettere di leggere sempre di più. Il tempo medio che un utente trascorre navigando su october7.org è lungo (13 minuti per utente), il che supporta questa affermazione. Crediamo che la ragione di ciò sia che le storie sono di prima mano, con un nome, con un volto, accessibili al lettore nella propria lingua madre. Possono leggere le storie autentiche su october7.org senza alcuna manipolazione dei media.

     

    Cosa spinge i sopravvissuti a consegnarvi la loro testimonianza?

    Nei giorni successivi al 7 ottobre, le testimonianze dei sopravvissuti sono emerse su tutti i social media, ognuno raccontando la propria personale storia di sopravvivenza. Abbiamo deciso di contattare tutti i sopravvissuti che avevano già pubblicato la propria storia e ci siamo offerti di tradurla con lo scopo di pubblicarla in modo tale che il mondo intero potesse conoscerla. Abbiamo un metodo di lavoro molto rigido con i nostri volontari su come raccogliere queste testimonianze: ci assicuriamo di contattare i sopravvissuti e di chiedere la loro approvazione nel modo più delicato possibile. Non abbiamo mai spinto nessuno a condividere la propria storia. Tuttavia, abbiamo realizzato che da quando il sito web è stato attivato, i sopravvissuti stessi hanno iniziato a contattarci, desiderosi di condividere le loro storie con il mondo.

     

    Il popolo ebraico ha vissuto in questi decenni con la speranza che la memoria della Shoah servisse ad evitare il ritorno dell’antisemitismo. Ma le testimonianze sul vostro sito ci riportano ai peggiori pogrom della storia. Pensi sia utile ricordare?

    Il minimo che possiamo fare, come società, è ricordare. Non possiamo chiudere gli occhi. Leggendo e condividendo le testimonianze dei sopravvissuti, condividiamo anche il peso dal quale loro potrebbero non liberarsi mai. Lo dobbiamo a loro non solo ricordando, ma anche condividendo con il mondo intero. Lo dobbiamo al nostro Paese, alla nostra gente e ai nostri fratelli e sorelle che hanno perso brutalmente la vita in quel giorno orribile.

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