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    ‘’La guerra non è solo contro Hamas, ma anche contro l’Iran e i suoi alleati’’. Intervista a Yair Ansbacher

    “Stiamo combattendo non solo contro Hamas a Gaza, ma anche contro l’Iran e i suoi proxies in Libano, Siria, Yemen e nella Striscia”. Queste le parole di Yair Ansbacher, riservista dell’IDF e ricercatore presso l’Istituto Misgav, ad Arutz 7.

    In un’intervista per l’emittente israeliana l’esperto di antiterrorismo ha analizzato gli eventi del 7 ottobre 2023. Secondo Ansbacher l’origine dell’attacco terroristico di Hamas è in Iran e, a suo avviso, faceva parte di un piano molto più ampio. “Il piano iraniano è strutturato in modo diabolico e creativo. Come se stessero giocando una partita a scacchi” spiega il riservista. “Volevano attaccare contemporaneamente sia la Galilea che Gaza con le due forze create per questo scopo: la forza Radwan del nord – composta da diverse migliaia di combattenti molto più addestrati, qualificati e con equipaggiamenti più avanzati di quelli di Gaza – e la forza Nukhba che abbiamo visto nel sud”.

    “I terroristi di Hamas avrebbero dovuto neutralizzare la resistenza militare locale, superarla, creare una linea di difesa e usare la popolazione civile come uno scudo. L’obiettivo principale sarebbe dovuto essere complicare il contrattacco dell’IDF” continua, specificando come in realtà le basi militari nel Negev fossero i primi obiettivi. Infatti, secondo lui, “ciò che preoccupa l’Iran sono l’aeronautica militare e i servizi segreti”. Tuttavia secondo quanto afferma Ansbacher il piano del regime iraniano sembra essere stato seguito in parte. “Le forze Nukhba sono intervenute senza il fronte settentrionale, che ci avrebbe diviso”.

    I terroristi entrati in territorio israeliano, secondo lui, sapevano come portare a termine il piano originale, “ma non appena sono apparse le nostre forze, hanno sconvolto tutto e hanno improvvisato” non adempiendo agli ordini impartiti.

    Secondo Ansbacher questo ha permesso all’esercito di riorganizzarsi e rispondere ai terroristi di Hamas e ai proxies che da giorni attaccano in particolare confini nord dello Stato 

    ebraico. “Gaza è il nostro più piccolo problema e lo risolveremo. Penso che l’esercito si stia comportando alla grande e sia al suo meglio”, sottolinea.

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