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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Rabbia: una sfida spirituale

    Se non mi arrabbio, le cose non si muovono. Pretendiamo di non arrabbiarci mai? Fa bene trattenersi e tenere tutto dentro? I medici dicono che è dannoso per la salute. È possibile cambiare questa natura? Vediamo cosa insegnano i Maestri, partendo dal presupposto che la missione di ciascuno è migliorarsi. Durante la vita siamo soggetti a sfide difficili, ma possiamo modificare e riparare ai nostri errori. Rambam insegna il “cammino del mezzo”: ogni tratto caratteriale ha due estremi e la via giusta è nel mezzo, tra la rabbia estrema e l’apatia. Come contraddizione ci sono due middot, che devi portare all’estremo. L’arroganza va azzerata. L’umiltà elevata.
    La reazione per la mancanza di tolleranza verso gli inconvenienti, genera scene esagerate, causate da un’elevata sensibilità, si arriva alla perdita del controllo. Come un bambino impaziente, che velocemente, vuole ciò che desidera. La risposta giusta è la savlanut, tradotto come pazienza. Da sovel soffrire, sopportare, affinché si alleni il muscolo della tolleranza. Chi si arrabbia è come se compiesse idolatria. Diventa come un animale, che vuole soddisfare i propri istinti, senza considerare se sia lecito o meno. Chi è nato così, ha un ego grande. Perdere il controllo rientra nella sua natura, vive il senso di colpa per le sue reazioni, se ne rende conto, ma non riesce a limitarsi. Bisogna capire nel profondo quali sono i pulsanti che lo fanno scattare. Per calmarsi, bisogna ridurre l’importanza di quel punto debole. Egli interpreta la realtà in un modo che non è realistico. Il consiglio è aspettare dopo, sarà diminuito il valore della gravità attribuito al caso. Chi si arrabbia perché le cose non vanno come vorrebbe, è come un eretico: Hashem ha in mente altri progetti. Non aiuterà ripetersi che tutto è per il bene. Perché non si tratta di idee, ma di emozioni. Se una persona deve instillare riverenza, deve fare finta di essere arrabbiato quando è utile, dentro restare tranquillo. Ciò è valido solo per chi ha integrato il concetto.
    In Pirke Avot capitolo 5 mishnà 11, abbiamo la descrizione di quattro tipi di temperamenti: chi facilmente si adira e facilmente si calma; il beneficio supera il danno poiché la sua rabbia passa velocemente. Chi difficilmente si adira e difficilmente si calma; il suo danno supera il beneficio poiché resta arrabbiato a lungo. Il chasid, pio, che difficilmente si adira, e facilmente si calma. Il rasha, malvagio, che facilmente si arrabbia e difficilmente si calma. Il chasid, che si arrabbia con difficoltà, ma si adira! Siamo esseri umani, abbiamo le nostre debolezze. La chiave di volta sta nel cambiamento di approccio. Se riesci a rallentare, a diminuire, fino a frenare la tua reazione, avrai progredito e guadagnato. Hashem non chiede il risultato, considera lo sforzo, in un percorso in cui è previsto cadere. Tutti ci arrabbiamo. Non siamo nati angeli. Un’idea per potersi controllare è pensare a come si vuole essere ricordati dopo la morte. Oppure pensare a chi vive situazioni peggiori. Diventa vergognoso dare troppo peso a certe dinamiche.
    Chi nel momento della rabbia, inghiottisce la lingua e tace, permette che il mondo si mantenga su di lui. Siamo i soci di Hashem nella gravità terrestre. Le vicende domestiche hanno un valore immenso. L’ Arizal insegna, che tutto il livello di chesed, si misura dentro casa. È più facile mostrarsi disponibili e garbati all’esterno. Come nel lavoro, spendiamo tante energie per guadagni incerti. Bisogna essere motivati ad investire bene in famiglia, poiché tale guadagno è una certezza. Mentre gli psicologi consigliano di non tenere tutto dentro, e liberarsi. Il Pirkè Avot 1, 17 insegna: “Non ho trovato per il corpo, cosa migliore che il silenzio”. Riuscire a fare qualcosa contro la propria natura apporterà beneficio.
    Alla base di tutti i problemi per la pace domestica e l’educazione dei figli è la mancanza di comunicazione. Hillel e Shammai ci insegnano le regole del dialogo: Hillel prima di dire la sua opinione citava quella di Shammai, suo antagonista (Talmud, Eruvin 13b). Questo è un modello da seguire per instaurare un clima calmo, la tendenza alla comprensione reciproca.
    Nell’Igheret Ramban è scritto di dire tutte le parole con tranquillità, lentamente. Abituati a parlare, tutte le tue parole, a tutte le persone, in ogni momento, con tono basso. Così ti salverai dalla rabbia che è un cattivo tratto caratteriale. Chi è più pacato è riflessivo, accresce in maturità e viene rispettato.

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