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    Perché è difficile ammettere che c’è antisemitismo

    Tutti gli ebrei lo sanno, al di là delle divisioni politiche, sociali e nazionali: l’antisemitismo è tornato ad essere un pericolo. Non solo perché gli attacchi alle sinagoghe, ai cimiteri, ai monumenti e soprattutto alle persone si sono sono moltiplicati in tutto il mondo, anche in paesi un tempo esenti, come gli Usa; ma anche perché il discorso antisemita è ormai legittimato, spesso sotto la forma dell’odio per Israele, e trova ospitalità in grandi giornali come il New York Times, per bocca di capi di stato o leader parlamentari come Corbyn. Rav Jonathan Sachs ha esposto tre giorni fa questa situazione  in un discorso alla Camera dei Lord, che andrebbe ascoltato da tutti (https://www.youtube.com/watch?v=ANJGoAnKnRw ). Il problema è di chi sia la responsabilità di questa deriva, di chi siano gli autori degli atti antisemiti – anche perché su questo punto vi è una fitta cortina di nebbia da parte dei governi e dei media, che non vogliono ammettere la verità. Per esempio nelle statistiche tedesche, sembra che il 90% degli atti antisemiti sia commesso da estremisti di destra. Peccato che nelle categorie sotto cui essi sono rubricati, ci sia la destra e la sinistra, ma manchi l’islamismo o il nazionalismo arabo, i cui atti sono attribuiti di routine alla destra; oppure se sono motivati da odio per Israele non sono riconosciuti antisemiti, come è accaduto di recente per l’incendio appiccato da immigranti arabi alla sinagoga di Wuppertahl (https://www.jta.org/2019/06/14/global/germany-is-accused-of-downplaying-anti-semitic-attacks-by-muslims ). Situazioni analoghe si trovano in Belgio e in Francia, dove sono stati commessi una serie di terribili omicidi antisemiti da parte di immigrati musulmani. In Belgio è stato assolto un proprietario di caffè che aveva affisso sul suo locale il cartello “permesso l’ingresso ai cani, non agli ebrei”. In Francia l’assassino di Sarah Halimi è stato assolto, per aver commesso il fatto sotto l’influsso di alcool e droga: ciò che in altri casi è un’aggravante, qui è diventato un motivo di assoluzione. Insomma, ancor prima di combattere l’antisemitismo è necessario battersi contro la tolleranza e la complicità delle autorità decise a non sembrare “islamofobe” e poco accoglienti.

     

    Ugo Volli

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