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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Ki Tavò: Quando le benedizioni ci inseguono

    Nella parashà è scritto: “Se darai ascolto alla voce dell’Eterno tuo Dio, tutte queste benedizioni verranno su di te e ti raggiungeranno” (Devarìm, 28:2).
    R. Avraham Kroll (Lodz, 1912-1983, Gerusalemme) nella sua opera di commenti sulle parashòt settimanali si domanda quale sia il significato dell’espressione “Ti raggiungeranno”. C’è forse qualche persona che fugge quando arrivano delle benedizioni? I commentatori danno diverse risposte.
    R. Avraham Ibn ‘Ezra (Tutela, 1089-1167, Calahorra) nel suo commento scrive brevemente: “Se non le chiederai”.
    R. ‘Ovadià Sforno (Cesena, 1475-1550, Bologna) scrive: ”Anche se non farai nessuno sforzo per riceverle”. Poi commentando le parole: “Se darai ascolto alla voce dell’Eterno tuo Dio” egli aggiunge: “Questo avrà luogo quando lo studio della Torà sarà la tua principale occupazione e il tuo lavoro sarà per te secondario. In questo modo le benedizioni divine ti raggiungeranno senza nessuno sforzo da parte tua”.
    Anche nei Tehillìm (Salmi, 23:6) il famoso salmo che inizia con le parole “Salmo di David, l’Eterno è il mio pastore e non mi mancherà nulla”, termina con le parole “Il bene e il Tuo favore mi inseguiranno tutta la mia vita”. Su questo versetto r. Kroll cita un commento di r. Moshe Chayim Ephraim (Medzhybizh, 1748-1800), nipote del Ba’al Shem Tom. Quest’ultimo spiega che l’uomo non sa veramente cosa sia bene per lui e talvolta fugge da qualche cosa che ritiene sia per lui nociva. Per questo re Davide pregava che il bene lo inseguisse anche se lui erroneamente lo fuggiva. Così si può spiegare il versetto della nostra parashà.
    Questo breve versetto ha attratto l’attenzione di altri commentatori. R. Eliyahu Benamozegh (Livorno, 1823-1900) nel suo commento Panim la-Torà (Livorno, 1854, Devarìm, p. 51) cita il commento di r. Moshe Alshich (Adrianopoli, 1508-1593, Safed) che nella sua opera Torat Moshè scrive che viene qui usata la parola raggiungere, come se tu fuggissi dalla benedizione. Questo avviene quando la tua sola intenzione è quella di ascoltare la parola dell’Eterno (cioè di eseguire i Suoi comandi) per il fatto che Egli è il tuo Dio e non per ricevere qualche ricompensa. Pertanto assomiglierai a chi sta fuggendo dalle benedizioni e dalle cose buone di questo mondo. E sembrerà che le benedizioni ti corrano dietro per raggiungerti e ti raggiungeranno.
    R. Benamozegh aggiunge un suo commento e scrive: “… anche se una persona ha tutti i requisiti per ricevere la benedizione divina in abbondanza grazie ai suoi molti meriti, talvolta vi sono degli ostacoli che ne impediscono la discesa. Questo può avvenire sia per via dell’influenza delle stelle, sia per la natura della persona e della debolezza del suo fisico e anche per la brevità della sua vita. Pertanto anche se la persona merita di ricevere l’abbondanza della benedizione divina, questa benedizione non potrebbe raggiungere l’uomo […]. Per questo nella Torà è scritto “tutte queste benedizioni verranno su di te e ti raggiungeranno”.
    R. Benamozegh afferma che non bisogna mai pensare che vi sia una cortina separatrice che impedisce l’arrivo delle benedizioni. L’esempio più chiaro è quello del nostro patriarca Avraham.
    [Avraham si era rivolto al Signore dicendo: “Tu non mi hai dato un discendente; ecco che il mio erede sarà uno nato nel mio casato”. L’Eterno rispose che avrebbe avuto un figlio. Lo fece uscire e gli disse: “Guarda verso il cielo e conta le stelle […] così sarà la tua discendenza” (Bereshìt, cap. 15). Rashì (Troyes, 1040-1105), cita un midràsh che dice: “Lo fece uscire”; il Signore gli disse di “uscire” dai suoi calcoli astrologici sulla base dei quali aveva visto che per via dell’influenza delle stelle non poteva avere figli. Il Signore gli cambiò il nome da Avram in Avraham, dicendo che Avram non poteva avere figli mentre Avraham ne avrebbe avuti].
    R. Benamozegh aggiunge che ritiene che questo sia il significato di quello che è scritto alla fine del versetto precedente nel quale è scritto “E l’Eterno tuo Dio ti porrà più in alto di tutti i popoli della terra” (Devarìm, 28:1). Mentre i popoli della terra sono sotto l’infuenza delle stelle, la famiglia di Ya’akov, cioè il popolo d’Israele, è più in alto di loro, cioè al di sopra delle stelle e sotto l’influenza diretta del Santo Benedetto. Per questo si è assicurati che le benedizioni ci raggiungeranno e non vi saranno impedimenti.

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